Al Sigep emergono le alghe di Seamore

Una pitch competition organizzata da Fiera Rimini in collaborazione con Seeds&Chips. Vince la proposta olandese sui cibi dal mare (da Gdoweek n. 2)

Trasformare le alghe in cibo quotidiano. Da un punto di vista industriale non appare certo un ostacolo insormontabile. Differente può essere, invece, la prospettiva sul versante commerciale dell’offerta, là dove si prevede di dover conquistare il consenso del pubblico acquirente. La società olandese Seamore, start up vincente della Pitch Competition proposta da Sigep in collaborazione con Seeds&Chips (alla quale Gdoweek ha partecipato in qualità di giurato) ha lavorato parecchio e bene proprio su quest’ultimo aspetto, meritandosi il plauso dei votanti.

Pasta, bacon, ora anche pane. È questa la proposta vincente di Seamore che propone l’ingrediente più salutare e sostenibile del pianeta nella forma di cibo gustoso e conveniente, ma soprattutto riconoscibile. Nella versione di primo piatto arrivano sul mercato le I Sea Pasta, tagliatelle al 100% di alghe selvatiche che si possono cucinare secondo i tradizionali ricettari, dalla bolognese alla carbonara. Ne scaturisce un pranzo che rimpiazza i carboidrati con una verdura marina. È già diffuso in 750 negozi e in 6 mercati, ma la società è pronta a portare alghe nel piatto di tutti. La seconda proposta guarda, invece, alla prima colazione o, nelle aree più meridionali, al pranzo: foglie acquatiche più larghe e spesse, cucinabili in frittura, e consumabili quale bacon marino. Anche in questo caso vegetali 100%, con un vantaggio salutistico facilmente intuibile. Infine la terza proposta prevede un impasto al 50% di farina d’alga con tradizionali farine di grano, per la realizzazione di pagnotte dalla crosta croccante e dal sapore pienamente sovrapponibile. “L’idea di questi prodotti mira a vincere lo scetticismo occidentale -spiega la presentatrice del progetto Angela Ferrato-. Abbiamo a disposizione una risorsa preziosa, gustosa, sana e sostenibile, eppure in Europa è necessario adottare versioni che si avvicinino il più possibile ad alimenti che fin da piccoli siamo abituati a consumare”.

La raccolta avviene in Irlanda, dove baia per baia l’alga viene tagliata fino a un massimo del 15%, in porzioni irregolari (a macchia) per consentire il mantenimento dell’ecosistema. Attualmente l’azienda è in fase avanzata di progettazione di serre di coltivazione, indispensabili per sostenere gli auspicati incrementi di produzione. Per scelta Seamore si posiziona nella trasformazione e commercializzazione di sole alghe grandi edibili, tralasciando il business delle microalghe che stanno conquistando il mercato come superfood, ma in versione di ingredientistica complementare.

L'intero articolo su Gdoweek n. 2

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