Bilancio Coop 2010: fatturato +1,1%

In Assemblea di Coop Italia, in cui sono intervenuti  Jean Paul Fitoussi, Tito Boeri e Giuliano Poletti
è stato presentato un quadro a tinte fosche a corredo della presentazione dei dati di Bilancio Consuntivo 2010. Consumatori in crisi e nessun segnale di miglioramento alle porte.

La crisi è andata avanti
In un anno in cui permane una crisi dei consumi che ha fatto registrare alla distribuzione moderna per la prima volta da dieci anni un -0,3% a rete corrente (ovvero includendo anche le nuove aperture) e un calo del'1,7 a rete omogenea, Coop aumenta la sua leadership con una quota di mercato che raggiunge il 18,3% (+0,2%), 12,9 miliardi di euro di fatturato (+1,1%), tenuta dell'occupazione (pari ad oltre 56.600 addetti) e crescita significativa della base sociale che supera i 7,4 milioni di soci (+3%).

Difficoltà per famiglie e imprese
“Sono risultati tutt'altro che scontati -sostiene Vincenzo Tassinari (in foto) presidente del Consiglio di Gestione di Coop Italia- che si collocano in un contesto di grande difficoltà per le famiglie e per le imprese: un contesto che noi monitoriamo costantemente grazie al fatto di essere presente con la nostra rete di vendita da nord a sud del territorio nazionale con una molteplicità di format distributivi (dalle piccole superette ai discount ai grandi ipercoop). C'è un dato forte e nuovo su cui riflettere: la distribuzione moderna nel 2010 diminuisce a valore omogeneo (ovvero a parità di mq) dell'1,7%, ma per la prima volta da 10 anni a questa parte diminuisce anche a valore corrente (ovvero includendo anche le nuove aperture) dello 0,3%. E se il primo dato si può leggere come un segnale inequivocabile di un calo dei consumi degli italiani, il secondo è un dato oltremodo preoccupante perche dimostra che la distribuzione moderna ha smesso di fare investimenti, non crea sviluppo soprattutto al sud e questo a lungo andare significa accentuare il divario già esistente tra nord e sud del Paese”.

Risultati positivi
Pur con queste criticità spiccano alcuni risultati positivi di Coop: in primo luogo i dati del prodotto a marchio che raggiunge i 2,7 miliardi euro di fatturato, con una quota complessiva che supera il 25% sul totale alimentari -una quota più europea che italiana (dove le private label sono al 15%)- e che crescerà ancora, a dimostrazione del fatto che i soci e consumatori trovano nel prodotto Coop quella giusta combinazione di qualità e prezzo che risponde alle loro esigenze. Buoni sono stati i risultati di Coop Voce, la telefonia mobile di Coop, che ha raggiunto 640.000 attivazioni nel 2010 grazie a una tariffa semplice, conveniente, trasparente. Sempre nel corso del 2010 è cresciuta la diffusione di Coop Salute, con 102 corner, 80 milioni di euro di fatturato e un risparmio per il consumatori di circa il 27%, rispetto ai prezzi medi praticati in farmacia.

Il 2011, ancora un anno difficile
Gli investimenti di Coop
Tutto
fa pensare che il 2011 sarà come il 2010 un anno difficile. Le vendite della distribuzione moderna segnalano un + 1% a rete corrente e un - 1,2% a rete omogenea. Segnali evidenti di un persistere della crisi. “I dati di Coop sono in linea con il mercato -sostiene ancora Tassinari- e bisogna aggiungere che su questi dati pesa una crescita della inflazione, peraltro da noi annunciata, che raggiungerà il picco del 5% sui prodotti alimentari nell'anno in corso. Dal punto di vista dell' inflazione Coop ha cercato di fare la sua parte e dal 2003 al 2010 siamo stati impegnati nel tenere il dato dell'inflazione cumulata al 4,9% a fronte di un'inflazione Istat cumulata al 14,9%, mantenendo così l'impegno preso di tutelare il potere d'acquisto di soci e consumatori".

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