Botteghe storiche, il turismo è già partito

Laboratori artigianali da valorizzare come mete facendone un’attrazione turistica. Ecco i principali progetti in atto in Italia e le mappe più interessanti (da Gdoweek n. 10)

La storia, il fascino, l’unicità, la bellezza -e quindi, in sostanza, l’attrattiva turistica- dell’Italia passano anche dalle sue botteghe e dai suoi locali storici. Caffè Art Nouveau e pasticcerie stile Impero, macellerie di inizio novecento e farmacie Art Déco, drogherie anni ’40 e librerie antiquarie, atelier di sartoria anni ’30 e oreficerie artigianali raccontano storia, bellezza, piaceri e sapori, e sono la miglior espressione di quell’Italian way of life che conquista milioni di turisti ogni anno.

Del resto, chi sceglie di visitare l’Italia lo fa perché guidato, soprattutto, da tre fattori di attrazione: arte, cibo e shopping. E le botteghe storiche li assommano tutti e tre, perché consentono di vivere l’esperienza di fare acquisti in location d’epoca, ricche di passato e aneddoti da scoprire, uniche al mondo e molto diverse per atmosfera e stile.

L’Italia ne è piena: le imprese e le attività che hanno più di 50 anni di mestiere alle spalle sono quasi 70mila tra commercio, industria e immobiliare. Però, la consapevolezza del ruolo che possono giocare sul fronte dell’offerta turistica nazionale è finora limitata: assente in gran parte del Paese, con realtà organizzate e avanzate in altre aree. Ma il fermento c’è, ed è generalizzato.

Negli ultimi anni, in ordine sparso e con regole disomogenee (ogni Regione o Comune stabilisce i requisiti per essere classificati come “bottega storica”) molte amministrazioni locali hanno avviato iniziative a favore delle attività commerciali ultracinquantenarie. L’anno scorso la Regione Liguria ha emesso un bando per valorizzare il suo patrimonio storico e commerciale di rilievo, e assicurare alle imprese sia una specifica tutela sia la possibilità di accedere ad agevolazioni e contributi. Qualche mese fa è stata la volta del Comune di Firenze, che ha commissionato all’università cittadina un censimento di tutte le attività storiche cittadine, che sarà la base per un nuovo regolamento municipale dedicato ai locali storici, all’individuazione di sgravi fiscali ad hoc e al lancio di una campagna di promozione rivolta ai turisti. Poche settimane fa è stata la volta del Comune di Verona che ha modificato parte del regolamento municipale per il riconoscimento delle botteghe storiche, abbassando il limite d’ingresso a 40 anni di attività e introducendo la triplice classificazione delle botteghe storiche che già da oltre 15 anni vengono promosse e sostenute economicamente, attraverso una serie di agevolazioni in materia di imposte locali. A Palermo, per iniziativa della Confcommercio locale, le botteghe storiche, i locali di tradizione e gli antichi mestieri di interesse culturale saranno segnalati da un’apposita targa.

Modalità diverse, ma obiettivi comuni: “mappare” tutte le botteghe e le attività storiche e individuare gli strumenti più efficaci per mantenerle in vita e valorizzarle, sia per evitare l’omologazione delle vetrine nelle vie dello shopping sia per conservare un patrimonio unico.Tutto da valorizzare anche nell’indotto turistico, come si sta già facendo in alcune città, come Torino, dove il tour dei caffè storici e delle botteghe d’epoca è un itinerario apprezzato e consolidato, oggi proposto da diversi tour operator che organizzano passeggiate guidate dove ne raccontano la storia, le curiosità e le specialità.

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