Caprotti licenzia ancora: motivi ignoti

Caprotti

La notizia è apparsa inedita venerdì sera sul sito di Roberto D'Agostino (Dagospia), ripresa questa mattina da altri media: Bernardo Caprotti ha licenziato tre alti dirigenti di Esselunga: il candidato alla direzione generale Andrea Zocchi, e il direttore del personale Giampaolo Naef. Nel contempo esce dal board di Esselunga un altro dirigente di spicco, Roger Abravanel, uno dei "McKinsey boys" (come Zocchi e Naef), uscito con la velocità della luce da Luxottica per divergenze con un altro ottuagenario dell'industria italiana, Leonardo del Vecchio.

L'azienda di Limito (Mi) non ha comunicato fino a questo momento ufficialmente né il licenziamento né soprattutto la motivazione.

I motivi?
Ignote finora le ragioni: la decisione appare come un fulmine a ciel sereno, tenendo conto dei profili delle persone uscite. Roger Abravanel, nato a Tripoli nel 1946, ha lavorato per 34 anni in McKinsey. Laureato al Politecnico di Milano, era consigliere di  Luxottica dal 2006 prima di diventarne ad e uscirne per problematiche di sintonia sull'orgnaizzaizone da dare all'azienda e al business.

Esselunga continua a guadagnare, nonostante la crisi
I dati Mediobanca confermano Esselunga come la più produttività d'Italia per vendite al mq (16.200 euro: solo Unicoop le si avvicina con oltre 13.000 euro), ma anche quella più profittevole. Nel 2013 il fatturato complessivo dei primi 5 gruppi distributivi è calato dell'1,6%: quello di Esselunga è invece aumentato dello 0,8% a 6,8 miliardi. Coop ha aumentato il giro d'affari dello 0,5% salendo a 11,3 miliardi. Nel quadriennio 2009-2013 i ricavi di Esselunga sono aumentati del 16,4% (Coop +5,4%). Per quanto riguarda gli utili: Esselunga ha guadagnato in 4 anni 1,1 miliardi  contro i 157,8 milioni di coop, e i 107,9 di Gecos-Pam che segna un calo del 3,3% nei ricavi, a 2,5 miliardi.

 

 

 

 

1 commento

  1. Altro “ciarpame manageriale” ? Caprotti in “Falce & Carrello” scrisse che sotto la gestione del figlio aveva trovato spazio un «ciarpame manageriale» di cui per fortuna «fu facile liberarsi».

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