Come ti reinvento il big box: idee in libertà

All’estero come in Italia, i grandi formati stanno testando modalità diverse per ripensare gli spazi e renderli più attraenti e redditizi (da Gdoweek 11 - 2016)

All’estero come in Italia, i grandi formati stanno testando modalità diverse per ripensare gli spazi e renderli più attraenti e redditizi

10_GDOWEEK11_2016_CoverStroy_BigBox_intSpazi retail grandi, grandissimi, troppo grandi. Che cosa farne? Come gestirli in modo da renderli profittevoli per l’insegna e attraenti per il consumatore? È una questione che si trovano ad affrontare molti retailer, in Italia e anche all’estero, rispetto a store progettati, in tempi più o meno recenti, su grande scala, con metrature che oggi risultano esagerate in termini di redditività e di reale soddisfazione delle richieste del consumatore. Ecco, allora, la ricerca di nuove strategie di occupazione della superficie interessanti tanto sul piano economico quanto in termini di immagine. La strategia messa in atto per raggiungere questo obiettivo può essere riassunta in una parola: riconversione. Ne abbiamo identificate 5 principali sulla base di diverse case history:

  • vicinanza: prevede l’inserimento di attività in linea con la mission della catena;
  • complementarietà: nuove collaborazioni con retailer non direttamente collegate al core business dell’insegna, ma che ne ampliano brand awareness ed attrattività;
  • specializzazione: intesa come la possibilità che siano inseriti corner e spazi di altri retailer specialisti (elettronica di consumo, scarpe, ecc);
  • differenziazione: la soluzione che prevede l’ampliamento verso nuovi business;
  • riduzione dello spazio-taglio: la scelta, che sembra piacere agli anglosassoni supercenter e o ai più europei ipermercati di tagliare i metri quadrati, trasformandosi in superstore, centri commerciali locali, magazzini per l’eCommerce. Vediamo alcuni esempi concreti.

La strategia della vicinanza
La più “naturale” e immediata modalità di gestione dello spazio in eccesso è l’introduzione di attività vicine, affini, in continuità con il core business dell’insegna. Un caso interessante è rappresentato da Staples: la catena, specializzata nella vendita di prodotti per l’ufficio, ha infatti avviato un progetto pilota a Boston in collaborazione con la start up Workbar, che, come si vede nella foto in apertura, in spazi compresi tra i 232 e i 325 mq crea uffici, dotati di tutto il necessario (sala conferenze, stanze attrezzate con telefono e scrivania, wi-fi) da affittare a terzi. In questo modo, Staples riesce non solo a sfruttare l’intera metratura in maniera più redditizia, ma anche a operare sinergicamente su target affini alla sua tradizionale clientela. È, infatti, probabile che chi affitta le postazioni lavoro acquisti nello store i prodotti e viceversa. Nella stessa direzione si inserisce anche la la partnership sottoscritta tra la catena statunitense Whole Foods Market ed Etsy, il sito di eCommerce dedicato all’handmade (vedi box a pagina 12).

L’articolo completo su Gdoweek 11 – 2016

 

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