Confcommercio passa ai raggi X i consumi di una crescita lenta

Tutti pazzi per le tlc
La telefonia mobile, che sempre più sostituisce anche nell'uso casalingo le linee fisse, è destinata ad avere ancora di più un ruolo da protagonista nei budget familiari.

Il gap tra le aree più ricche del
Nord e quelle del Sud negli
ultimi trent'anni è rimasto invariato:
nel 1980 un abitante
del Nord Ovest spendeva mediamente
per consumi una volta
e mezzo rispetto a quello del
Meridione e oggi, con lo scarto
di qualche centesimo, è ancora
così. Il dato si ricava dal rapporto
sui consumi 2007 elaborato
da Confcommercio. Lo
scenario delineato dall'Ufficio
studi di piazza Belli, che peraltro,
forse, non tiene conto delle
ultime previsioni al ribasso dell'economia
mondiale, è quello
di consumi e redditi stagnanti e
possibilità di spesa delle famiglie
sempre più erosa dalla necessità
di fare fronte a spese obbligate.
Il reddito disponibile
delle famiglie italiane nel 2006

è risultato di oltre 978 miliardi
di euro e, secondo le stime dei
ricercatori, dovrebbe superare
alla fine del 2009 i 1.090 miliardi
di euro. Esaminando l'evoluzione
di lungo periodo,
partendo dal 1980, si evidenziano
incrementi medi annui
che si aggirano sul 7%, ma che
al netto dell'inflazione non arrivano
all'1%. Insomma, una
lunga storia di crescita modesta

che non cambierà il suo corso
per il prossimo biennio.

● Il sentiment
Pur segnalando il deciso peggioramento
del sentiment dei
consumatori rilevato da Isae a
fine 2007, il rapporto tende in
qualche modo ad attenuarne
l'importanza, interpretando i
segnali negativi provenienti dagli
intervistati più come le rilevazione
di un mancato miglioramento
della propria situazione
economica che di un vero
peggioramento. Resta il fatto
che nei consumi la percezione
gioca un ruolo decisivo: sentirsi
più poveri è importante quasi
come esserlo per davvero.

● Le prospettive
Il rapporto prevede uno spostamento
dei consumi verso l'area
delle spese per il tempo libero e
questo sia pure in presenza di
spese obbligate in continua crescita.
Sono “obbligate”, secondo
Confcommercio, le voci di
spesa legate a tabacchi, canoni
di locazione, manutenzione casa,
acqua, energia, servizi ambulatoriali
ed ospedalieri, mezzi
di trasporto, protezione sociale,
assicurazioni e servizi finanziari.
L'insieme di queste
voci è passato da un peso del
20,4% degli anni 70 a oltre il
28% attuale. Peccato che, replicando
gli schemi Istat, non
vengano considerati anche i
mutui. Protagoniste assolute
dell'incremento di spesa dei
prossimi anni saranno le telecomunicazioni,
sia le apparecchiature
vere e proprie sia i servizi
voce e informativi; anche
nella terza voce nella classifica
che presentiamo in pagina, ovvero
gli elettrodomestici bruni,
la parte del leone sarà presumibilmente
svolta dai computer.
Ovvero, sempre da Internet.

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