Consorzi agricoli con le mani in pasta: al via la Nuova Ghigi

Era il terzo pastificio italiano, dopo Barilla e Buitoni prima che negli anni Sessanta la produzione entrasse in crisi. Salvato dalla Gepi
all’epoca in cui si riteneva gisto che lo Stato si occupasse di
produzione alimentare (famoso il caso dei panettoni), nel 2007 un nuovo
stato di crisi lo aveva portato alla liquidazione.
Eppure il marchio Ghigi è ancora conosciuto e il know how
industriale è di prim’ordine: di qui un’insolita partnership tra
industria, nel caso specifico il Pastificio Amato, e Consorzi
Agrari, con capofila quello di Forlì, che ha portato alla rinascita
dell’azienda, che si denominerà Nuova Ghigi. Alla componente agricola
tocca il controllo di filiera e implementare un sistema di km 0.

La produzione
Il comparto industriale del
pastificio Ghigi si trova nel a San Clemente, in provincia di Rimini: il
progetto della prima "Food Valley" italiana, come è stata chiamata
durante la presentazione del progetto,  si estende su una superficie di
circa 100.000 mq e prevede un centro di stoccaggio con capacità
complessiva di circa 150.000 quintali di cereali, 14.000 mq destinati al
nuovo pastificio, per una produzione di circa 450/500.000 quintali di
pasta, un nuovo mulino per la produzione diretta anche delle semole e la
realizzazione di uno spaccio aziendale per la commercializzazione
diretta dei prodotti e per la promozione di prodotti alimentari del
territorio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome