Consumatori-esercenti, idee opposte sui saldi

Nonostante i continui allarmi sul riscaldamento globale del pianeta i commercianti temono un inverno freddissimo per i loro incassi. E i più preoccupati di tutti appaiono, crediamo a ragione, i dettaglianti di abbigliamento. Negli ultimi anni la concomitanza di una serie di fattori ha messo in seria difficoltà la categoria: la crisi economica, il cambio dei modelli di spesa (se compro un telefonino in più e il mio stipendio resta uguale compro un vestito in meno) l'arrivo delle grandi catene internazionali e anche, a suo tempo, un'interpretazione per così dire disinvolta del cambio lira/euro che ha fatto fuggire i clienti.

Saldi e crisi
In realtà da anni ormai i commercianti di abbigliamento fanno i loro migliori affari nel periodo dei saldi invernali, che, con regole diverse città per città, si avviano subito dopo Capodanno. Le associazioni dei consumatori chiedono la liberalizzazione completa delle vendite scontate e in particolare premono perché già da quest'anno sia possibile effettuare i saldi nel periodo delle vendite natalizie. Le due grandi organizzazioni dei dettaglianti, Confcommercio e Confesercenti, non sono d'accordo; in particolare Renato Borghi, presidente di Federmoda-Confcommercio, sostiene che in questo modo si eroderebbe in maniera decisiva la marginalità delle imprese.

Sondaggio
 Una presa di posizione inevitabile dal punto di vista sindacale, dato che un'indagine commissionata dalla stessa Federmoda ammette che se oltre il 70% dei consumatori vorrebbe completa libertà di saldo, il 68% dei commercianti è invece del tutto contrario. Ed è una posizione che probabilmente si scontra con due realtà: la prima è che i commercianti ormai comprano le collezioni sapendo che saranno vendute in saldo e su quello fanno i loro conti; la seconda è che a prezzo pieno quest'anno si venderà ben poco.

Normativa
Le associazioni di categoria sarebbero invece per un'unificazione nazionale del calendario dei saldi. Un po' di ordine nella sovrapposizione di norme regionali, locali, comunitarie e statali che regolano il commercio sarebbe senz'altro utile. Se possiamo aggiungere una considerazione, questa non pare la più urgente delle razionalizzazioni: dubitiamo infatti che, poiché i saldi a Napoli cominciano in genere qualche giorno prima rispetto a Milano e Roma, dalle due città si muovano frotte di aspiranti acquirenti per approfittarne. Con quello che costano treni e benzina...

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