Coop-Centromarca: match sui listini

Dall’abituale diplomazia che contraddistingue le estenuanti trattative per i rinnovi contrattuali tra idm e gdo si è passati a un linguaggio decisamente più crudo. Ad aprire le ostilità Coop, che in una lettera aperta, pubblicata sui quotidiani nazionali sotto forma di annuncio a pagamento sabato 1° novembre, denuncia il comportamento delle aziende, e in particolare delle multinazionali, che a fronte di una ridiscesa dei prezzi delle materie prime chiedono aumenti dei listini tra il 4 e l’8%.

La replica
La risposta degli industriali di Centromarca non si è fatta attendere, e ha bollato l’iniziativa di Coop come “demagogica”.
Che Coop non avrebbe accettato richieste ingiustificate di aumento dei listini per la verità il presidente Vincenzo Tassinari (nella foto) lo aveva detto senza mezzi termini già a Cernobbio al Forum di Coldiretti il 18 ottobre scorso. “Il rischio – aveva sottolineato Tassinari- è quello di innescare una spirale inflazionistica che avrebbe come effetto quello di deprimere ulteriormente i consumi in una fase di grave difficoltà per le famiglie”. Oltretutto in quella stessa occasione Camillo de Berardinis, ad di Conad, aveva espresso concetti del tutto analoghi, il che farebbe presupporre che la gdo su questo aspetto ha le idee chiare.

Strategia
Nella sua risposta Centromarca sottolinea invece che “nessun produttore - con mercati stagnanti, potere d’acquisto calante e competizione feroce - può permettersi di aumentare i propri listini se non assolutamente costretto e nella misura minima indispensabile”. Il rischio per le imprese secondo l’associazione è quello di compromettere la loro stessa tenuta. Una presa di posizione che fa pensare come oggi la scelta strategica sia quella di salvaguardare i margini più che i fatturati.

I consumatori
Nella schermaglia tra gdo e idm bisogna anche fare i conti con il solito convitato di pietra: il consumatore. Oggi un prodotto di largo consumo costa di più? Bene, il consumatore tipo si difende: ammesso che non si sia definitivamente convertito al discount e va al supermercato se non è interessato a un marchio preciso compra di volta in volta il brand in offerta (si trova inevitabilmente); se è interessato a un prodotto particolare e non lo trova in offerta al supermercato la volta dopo lo cerca in un altro pdv. Quanto poi un comportamento di questo tipo finirà per impattare su margini e fatturati saranno gli analisti di gdo e idm a doverlo dire.

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