Coop vista da Mediobanca

coop alleanza
Lo studio R&S di Mediobanca guarda più da vicino il mondo Coop

Lo studio di Mediobanca quest’anno ha analizzato più da vicino la struttura di alcuni retailer e il loro andamento economico. In particolare, il primo risultato evidente è che Coop Alleanza 3.0, nata a inizio 2016 dalla fusione di tre cooperative -Adriatica, Consumatori Nordest ed Estense- è divenuta la principale cooperativa italiana di consumatori, con ricavi per 4.608 mln, seguita da Unicoop Firenze (2.316 mln), Coop Lombardia (1.066 mln), Unicoop Tirreno (976 mln) e Nova Coop (928 mln). La redditività complessiva delle singole cooperative dipende dalla gestione industriale e da quella finanziaria: nello specifico, il rapporto tra margine operativo netto e fatturato mette in luce che cinque società hanno presentato nel 2016 una gestione operativa in perdita, con risultati negativi per Unicoop Tirreno (-3,7%) e Coop Alleanza 3.0 (-2,3%).

In relazione agli investimenti finanziari, il portafoglio nel 2016 è risultato composto da:

  1. a) titoli non immobilizzati per 6,3 mld, in diminuzione del 9,1% sul 2015, di cui indicativamente il 77% in titoli di stato e obbligazioni;
  2. b) partecipazioni, al lordo di quelle infragruppo, per 2,3 mld tra cui: Finsoe (1,4 mld, che la rende il principale azionista di Unipol con il 31,4% del capitale), azioni Unipol per ulteriori 311 mln (16% del capitale), Il Ponte per 150 mln (88,11%), Banca Monte dei Paschi di Siena per 90 mln (1,4% del capitale sociale) e Banca Carige per 38 mln (1,8% del capitale);
  3. c) titoli immobilizzati per 1,9 miliardi, relativi per circa il 70% a titoli di stato ed obbligazioni); A ciò si aggiungono cassa e disponibilità per 2,1 miliardi.

Analizzando i titolari di queste ttività finanziarie, secondo Mediobanca il portafoglio più consistente risulta essere detenuto da Coop Alleanza 3.0 per un totale di 6 mld tra titoli non immobilizzati (2,8 mld), partecipazioni e cassa per 1,3 miliardi ciascuna; seguono Unicoop Firenze (1,7 mld), Coop Lombardia (1,3 mld), Nova Coop e Coop Liguria (entrambe con 1,1 mld), Unicoop Tirreno (con 0,9 mld) e Coop Centro Italia (0,4 mld). Sulla base della della gestione finanziaria (saldo tra proventi ed oneri finanziari), Coop nel suo complesso ha saldato in positivo per 286 milioni di euro (il 2,5% del fatturato), compensando in questo modo la gestione industriale marginalmente negativa; quasi l’80% dei proventi finanziari netti sono stati assorbiti nel 2016 da svalutazioni (per circa 223 mln, per lo più titoli e partecipazioni). Il risultato è che nell’ultimo quinquennio il portafoglio finanziario ha generato risorse per circa 400 milioni; delle sette società che compongono il mondo Coop, due hanno chiuso il 2016 in perdita netta: si tratta di Coop Centro Italia (-63 milioni) e Unicoop Tirreno (-39 milioni), mentre i migliori risultati spettano a Coop Liguria (+24 milioni) e Unicoop Firenze (+22 milioni).

Per quanto riguarda i finanziamenti da soci, sono in diminuzione del 5%, scendendo dai 10,7 mld del 2015 ai 10,2 mld del 2016, anche se le consistenze maggiori sono raccolte da Coop Alleanza 3.0 (4.318 mln) e Unicoop Firenze (1.890,5 mln).

Come si legge nello studio, “In sintesi, nel periodo 2012-2016 la gestione industriale delle Coop ha prodotto margini cumulati negativi pari a 130 milioni e risultati positivi dalla gestione finanziaria per 1.405 milioni. Il portafoglio di titoli e partecipazioni ha prodotto nello stesso periodo svalutazioni per 1.006 milioni. Le poste straordinarie hanno comportato introiti per 197 milioni. Tenuto conto delle imposte per 376 milioni, si ottiene un utile netto cumulato di 90 milioni”.

Curiosa di tutte le forme di retail, italiano e internazionale, fisiche e online, food e non food. Da anni, seguo le evoluzioni (e le involuzioni) di questo mondo con l'obiettivo di raccontare, con occhi attenti e un pizzico di ironia, nuove realtà, iniziative originali, aggregazioni innovative, negozi d'impatto, e …

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