Eccellenze tricolori, le esporta il retail

La ricerca di nuove opportunità di business, l’euro svalutato dalle politiche monetarie attuate dalla Bce, la crescita impetuosa di nuovi mercati in Asia, la parziale apertura delle dogane nordamericane grazie a regole meno severe, la crescente forza del food made in Italy, sono alcuni dei motivi che stanno spingendo le principali insegne italiane a valicare i confini sviluppando private label dedicate alla migliore tradizione enogastronomica italiana. E l’Expo, ormai al taglio del nastro, non può che essere una vetrina e, insieme, uno spot planetario per il cibo di qualità prodotto in Italia.
Finora, all’estero sono andati i classici prodotti che più caratterizzano la cucina mediterranea, ma nelle intenzioni dei player c’è la volontà di spingere un portafoglio più ampio di prodotti, come latticini e formaggi, salumi, carni e anche frutta e verdura. Oggi il valore dell’export agroalimentare italiano ha superato i 30 miliardi di euro, ma l’obiettivo è arrivare a 50 e il canale più importante per incrementare questa quota non può che essere la gdo. In quest’ottica, vediamo come si stanno muovendo sul mercato alcuni dei retailer più attenti.

Aspiag (Despar): un business in crescita
Presente con le insegne Despar nel nord est dell’Italia, il gruppo Aspiag è attivo in Austria, Svizzera, Slovenia, Croazia e Ungheria. Nel 2014, nei quasi tremila punti di vendita complessivi, i prodotti italiani hanno fatturato poco meno di 5 milioni di euro, registrando un incremento del 20% rispetto al 2013. Le referenze più acquistate sono panna da cucina uht, arachidi, tonno, passata, olive, mozzarella, riso e olio. Il 76% dei prodotti appartiene a linee a marchio: circa il 15% riguarda la fascia primo prezzo, mentre il 7% comprende il comparto premium. Per quanto riguarda le categorie, il 40% del giro d’affari arriva dalle conserve (passate, conserve di pesce, sottoli e sottoaceti, legumi, sughi, olive), il 23% dal dolciario, il 15% da latticini e salumi. Ancora in fase spot, surgelati e salumi senza glutine. Al momento, Despar non organizza particolari promozioni per i prodotti italiani, ma opera a prezzo finito e per ora ha inserito in assortimento referenze made in Italy nella rete all’estero per testare il polso dei consumatori.

Auchan: un ufficio ad hoc per l’export
Grazie alla costituzione di un ufficio export dedicato ai prodotti a marchio della linea I sapori delle Regioni -che, dal 2009 a oggi, ha portato sugli scaffali di 17 Paesi nel mondo un migliaio di referenze realizzate da circa 130 piccole e medie imprese italiane-, Auchan Italia ha registrato un fatturato di oltre 15 milioni di euro nel 2014 (+58% sul 2013). Numeri realizzati grazie a una struttura che supporta la proposta dei prodotti all’estero prima affiancando i produttori per quanto riguarda l’omologazione qualitativa agli standard di certificazione, quindi facilitando la logistica, l’etichettatura e il materiale pubblicitario necessario per la comunicazione al cliente finale di promozioni e operazioni dedicate ai prodotti italiani. Le referenze di Auchan più vendute? La pasta fresca in Polonia, quella di semola di grano duro in Ucraina e Ungheria, gli ammorbidenti in Romania, i gelati in Russia e l’olio extravergine di oliva a Taiwan. I mercati che si stanno rilevando più promettenti sono i Paesi dell’Est Europa e Taiwan. E per incrementare il business Auchan ha da poco lanciato il portale: www.export.auchan.it

Carrefour: coinvolgere tutti i canali
Carrefour ha da poco introdotto nei propri punti di vendita in Francia e Belgio una cinquantina di referenze della linea di prodotti Dop e Igp Terre d’Italia, che meglio caratterizzano la gastronomia italiana. Le referenze al momento sono presenti in ipermercati e super, ma da giugno saranno coinvolti anche i negozi di prossimità.
“Siamo partiti con calma, ma i primi risultati sono più che soddisfacenti e quindi siamo intenzionati a continuare in questa direzione -dichiara il brand manager Pietro Natale-. Negli iper Carrefour d’Oltralpe è presente una zona dedicata ai prodotti tipici e regionali, nella quale è facile inserire le referenze di Terre d’Italia, anche se gli stessi prodotti si trovano anche negli scaffali dedicati alle singole merci. Nei supermercati, Terre d’Italia è stata introdotta da metà gennaio e tra breve partiremo con le promozioni”. Test in corso anche in altri Paesi, come Brasile e Taiwan, ma, al momento, i vincoli doganali rallentano l’attività.
Per realizzare il progetto Terre d’Italia Carrefour ha creato una piattaforma logistica ad hoc, il deposito di Cameri (No), presso il quale i produttori devono consegnare le merci destinate all’export. Nel futuro prossimo c’è la volontà di ampliare la gamma dell’offerta inserendo Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e surgelati.

Prodotti e store: Conad valorizza il made in italy
Il gruppo cooperativo è molto attivo sul fronte della valorizzazione del Made in Italy anche all’estero. Da un lato, sta per inaugurare, nel giro dei prossimi mesi, cinque negozi a insegna Sapori & Dintorni in Cina con un assortimento di circa 250 referenze a marchio Conad. Dall’altro, sta puntando sullo sviluppo delle vendite di linee a marchio. “Vogliamo ampliare la nostra quota di export sia in Europa che in Cina, non solo con i nostri prodotti a marchio, ma anche con prodotti di marca realizzati da fornitori nostri clienti -precisa Riccardo Breveglieri, responsabile attività internazionali della cooperativa bolognese-. Abbiamo contatti avviati con altri tre Paesi europei e guardiamo con molto interesse al mercato inglese”.
L’impatto positivo di queste attività è confermato da Core, la centrale d’acquisto internazionale cui Conad aderisce. “Conad è una delle insegne che ha fatto meglio negli ultimi anni -afferma Gianluigi Ferrari, direttore generale di Core- perché ha dato la possibilità ai partner di vendere nei propri store, ha creato un marchio come Creazioni d’Italia e ha organizzato una struttura dedicata alle vendite all’estero che si occupa anche di marketing e logistica”.
In Francia e Svizzera, Conad ha un assortimento stabile di prodotti italiani. “Ci sono ancora ampi margini di crescita -sottolinea Ferrari- e Conad sta valutando rapporti commerciali con altri retailer internazionali in Germania, Belgio e Regno Unito, mentre fuori dall’Ue si guarda a Usa, America Latina ed Estremo Oriente”. Secondo il dg di Core un altro fronte sul quale puntare è quello degli specialty store. In ogni città europea si trovano piccoli negozi gestiti da emigrati di seconda o terza generazione che vendono prodotti italiani: “Un settore da aggredire, ideale per le linee premium”.

VéGé chiama a raccolta i propri fornitori
Infine, il gruppo Végé offre la sua piattaforma per portare nelle catene straniere i prodotti delle imprese agroalimentari italiane. L’idea è quella di mandare all’estero i prodotti della linea Delizie VéGé (circa un centinaia di referenze, dall’alimentare ai prodotti per la casa e per la cura della persona, fino al pet food), sottoscrivendo contratti con grandi catene della gdo, in maniera da abbattere i costi dei listing fee. Un sistema verticale fatto di accordi tra produttori e retailer con l’ausilio dell’e-commerce.

 

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