Editoriale: l’annosa questione del giusto prezzo

“No marchi costosi, solo cibo a prezzi onesti” siamo nel negozio easyFoodstore di easyJet. Corretta o eccessiva, una tale comunicazione a scaffale? (da Gdoweek n. 17)

 

A porre la questione su Twitter  è Giorgio Santambrogio, Ad di Gruppo VeGé. Un tema importante: cosa sia “giusto” pagare per un determinato bene o prodotto. Un prezzo è “onesto” secondo quali canoni? Un prezzo troppo basso rispetto ad analoghe proposte a scaffale che cosa nasconde? L’onestà fa rima con salubrità? A parer mio la comunicazione in questione non è nè corretta nè eccessiva, una comunicazione così è dispregiativa per il cliente, “solo” cibo o “semplicemente” cibo che dir si voglia, sembra si riferisca a un cliente che si ingozza e non sa scegliere, che alla qualità preferisce la quantità. Forse i consumatori inglesi sono così. Forse. Da cliente mi pongo la questione del prezzo giusto e vorrei che mi si fornissero gli elementi per giudicare. Se invece un’insegna mi parla di onestà, getta una luce sinistra su tutto il settore cui appartiene e non è nè il modo nè il tempo per farlo ... ma vediamo i commenti su Twitter

Schermata 2016-10-28 alle 10.00.50

Amo il cambiamento e lo vivo con passione, mi occupo di marketing e retail da vent'anni, ho diretto on e off Gdoweek e da qualche anno anche Mark UP. Prima, ho seguito con altrettanta passione cinema e lifestyle, ho scritto di moda e di ristoranti, ho lavorato per la televisione e per la radio. Ho vissuto almeno tre vite e nessuna mi ha annoiata.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome