A porre la questione su Twitter è Giorgio Santambrogio, Ad di Gruppo VeGé. Un tema importante: cosa sia “giusto” pagare per un determinato bene o prodotto. Un prezzo è “onesto” secondo quali canoni? Un prezzo troppo basso rispetto ad analoghe proposte a scaffale che cosa nasconde? L’onestà fa rima con salubrità? A parer mio la comunicazione in questione non è nè corretta nè eccessiva, una comunicazione così è dispregiativa per il cliente, “solo” cibo o “semplicemente” cibo che dir si voglia, sembra si riferisca a un cliente che si ingozza e non sa scegliere, che alla qualità preferisce la quantità. Forse i consumatori inglesi sono così. Forse. Da cliente mi pongo la questione del prezzo giusto e vorrei che mi si fornissero gli elementi per giudicare. Se invece un’insegna mi parla di onestà, getta una luce sinistra su tutto il settore cui appartiene e non è nè il modo nè il tempo per farlo ... ma vediamo i commenti su Twitter