Fine d’anno positiva per gli investimenti pubblicitari

A questo punto si può dire con cognizione di causa: nel 2010 l'advertising in Italia è tornato a crescere dopo un 2009 da dimenticare. Lo segnala Nielsen che ha da poco fatto il punto sui dati relativi al periodo gennaio-novembre, scoprendo che gli investimenti pubblicitari hanno sfiorato i 7,9 miliardi di euro con una crescita complessiva del +3,9%. Questi dati, osserva Nielsen, sono in linea con i segnali positivi emersi già alla fine del primo semestre dell'anno e che avevano portato ad un miglioramento delle stime di chiusura del 2010. Sulla scia di questi risultati anche il 2011 comincerà con un andamento positivo che dovrebbe però attenuarsi nel corso dell'anno.
Per quanto riguarda il singolo mese di novembre, la notizia è che per la prima volta dopo vari trimestri al ribasso la pubblicità sulla stampa periodica è tornata a crescere (+2,6% rispetto allo novembre 2009 ). Nonostante questo colpo di coda di fine anno, tuttavia, i periodici sugli undici mesi confermano un pesante calo rispetto al 2009 (-5,7%) e i quotidiani crescono in termini di commerciale nazionale (+0,8%) ma perdono se si considerano tutte le tipologie (-1,8%). Netto il calo degli investimenti in free press, mentre si confermano particolarmente positivi i risultati per Tv, Internet, radio, direct mail e cinema.

In particolare, Internet si conferma il mezzo con la crescita più sostenuta (+19%), mentre la televisione, considerando sia i canali "tradizionali" che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), chiude i primi undici mesi con un buon +6,2% rispetto al risultato del 2009. Sempre nel periodo gennaio-novembre, crescono nettamente anche l'advertising su direct mail (+9,9%), radio (+9,0%) e cinema (+8,8%).
Quanto ai comparti che hanno contribuito maggiormente ad alimentare il trend posivito, sono le aziende del settore alimentari quelle che hanno investito di più in comunicazione, con una spesa complessiva di oltre un miliardo di euro e una crescita del +5,5% rispetto al 2009. Tra i settori principali risultano in aumento anche la spesa per automobili (+4,3%) e abbigliamento (+3,3%).

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