In un settore notoriamente unbranded, nel quale i casi
di successo negli anni scorsi potevano contarsi sulle
dita di una mano -si pensi ai frutti esotici e alle mele-,
ora è la marca a bussare con decisione alle porte del
mercato, anche per frutta e verdura di “I gamma”. La
marca si vuole porre come garante della bontà del
prodotto, facendo leva sul suo know-how consolidato,
grazie all'offerta di plus qualitativi in termini di provenienza,
sicurezza e qualità, in modo da sganciare il mercato da una
logica di prezzo, ma non solo, anche di superare tutte le perplessità
che il consumatore ha quando si avvicina a questo
reparto all'interno della gdo.
I retailer, in maniera più o meno compatta, rifiutano l'approdo
dei brand nel comparto, che anzi deve rimanere unbranded
per non cadere in logiche che possono sfuggire al controllo.
Compito difficile, quindi, quello delle aziende di marca, che
si trovano a dovere investire in un mercato nel quale decenni
di offerta unbranded hanno spinto i consumatori a legarsi
all'insegna come fiduciario della qualità dell'offerta. Anzi, in
determinati casi le catene hanno deciso di agire a monte della
filiera, cercando di instaurare un rapporto più stretto con
alcuni fornitori, che si estende fino a pianificare la produzione
in campo secondo le esigenze della catena.
Intervengono
Finiper, Alberto Carpisa
Unicom, Vittorio Gheller
Simply Sma, Marco Brambilla
Segue un'analisi GPF di Marilena Colussi:
Il consumo di frutta
è in diminuzione,
ma i prodotti di marca
sono in crescita
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Allegati
- Frutta fresca, i pareri di Finiper, Unicom (Selex) e Simply
- Mercato | Gdoweek | 4 ottobre 2010 |