Google pop è il format per l’Upim di Coin

Cosa tenere di Upim? “I negozi”. E cosa buttare? “Passiamo a un'altra
domanda”. Le risposte di Stefano Beraldo, Ad di Gruppo Coin e ora
anche socio di minoranza, insieme a un gruppo di manager, chiariscono
bene le ragioni che hanno portato Gruppo Coin ad acquisire Upim, rafforzando
saldamente la propria leadership di retailer nell'abbigliamento con
una quota di circa il 6%, mentre nella profumeria si attesta al quarto posto.
Chiare sono anche le idee su come riconvertire la rete Upim (oltre 200mila
mq) e rilanciarla, a fronte di un investimento previsto per la ristrutturazione di
circa 60 milioni di euro, in due anni. “Cifra che non ci preoccupa, sia perchè
i soci hanno ricapitalizzato sia perchè abbiamo chiuso il 2009 con il miglior
bilancio della storia di Coin, grazie agli effetti positivi dell'operazione Melablu. Il fine è di realizzare con Upim risultati altrettanto
positivi e di trasformare l'insegna in qualcosa di nuovo, moderno, attraente
e redditizio”. L'obiettivo di recuperare redditività al mq -oggi 1.950 e, lontana
dalle performance del Gruppo: inferiori del 30% a quelle di Ovs e del 50% rispetto a Coin- comporterà il lancio di un nuovo format cittadino, con
dentro “le cose che tutti vogliono”. L'ispirazione è Google.

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Google pop è il format per l’Upim di Coin
Cover Story | Dopo l\'acquisizione di Upim da parte Coin verso che format sta andando la rete | Gdoweek | 15 febbraio 2010 |

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