I tagli alla loss prevention aumentano le differenze inventariali

Esiste una stretta correlazione tra i budget di spesa per la prevenzione dei furti nel retail e l'entità di questi ultimi. In periodi di congiuntura economica sfavorevole la tentazione di molti retailer è sempre stata quella di diminuire gli investimenti destinati alla riduzione dei furti. Questo trend potrebbe ripetersi secondo una recente ricerca, presentata da Checkpoint Systems, sulla tendenza dei budget di spesa per la prevenzione dei furti, e condotta da Preference Research su un campione qualificato di 329 lettori di una rivista specializzata nella sicurezza per il settore retail.

Una politica miope
Il 38% del campione ha registrato una riduzione o posticipo dei propri budget per la loss prevention precedentemente approvati, mentre solo un 8% li ha visti aumentare. Una politica, quella del “risparmio” sulla loss prevention, che potrebbe portare a pesanti conseguenze in termini di differenze inventariali.
La maggioranza degli intervistati collega infatti la riduzione degli investimenti all'aumento dei furti e ben il 68% ha rilevato in passato un aumento dei furti a seguito di tagli negli investimenti per la prevenzione. Il 60% si aspetta, quindi, un aumento delle differenze inventariali dovuto ai minori investimenti e solo un 30% ritiene che le differenze inventariali rimarranno allo stesso livello.
Quasi tutti gli intervistati (95%) hanno registrato un aumento del tasso delle differenze inventariali nei periodi di stagnazione o recessione passati, mentre il 98% è concorde sul fatto che i tagli per la prevenzione rendono i retailer più soggetti ai furti. Secondo una recente ricerca del Center for Retail Research le differenze inventariali a livello globale rappresentano un costo per la grande distribuzione di oltre 98 miliardi di dollari.

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