Il futuro? Uno scaffale tutto a marchio del distributore

La Mdd cresce e svolge un ruolo sempre più strategico, ma gli obiettivi per affermarsi come marca devono essere ancora più ambiziosi. I trend e lo stato dell'arte a Marca

“La distribuzione moderna in Italia c’è da sessant’anni e non ha mai pensato di innovare davvero, ma oggi il mondo sta cambiando molto rapidamente e se vuole sopravvivere la gdo deve osare e i marchi dei distributori sono la chiave per questo rinnovamento”. Questo il pensiero di Mario Gasbarrino, presidente e Ad di Unes, espresso a Marca 2018 durante la tavola rotonda che ha seguito la presentazione del 14esimo Rapporto della Mdd nel largo consumo confezionato stilato da Iri

“Se le insegne italiane della gdo vogliono competere con i giganti che si stanno affacciando sul nostro mercato, come Amazon, devono diventare anche produttori e non restare solo venditori –afferma l’inventore di Il Viaggiator Goloso– dobbiamo smettere di limitarci a vestire i prodotti: dobbiamo pensarli, progettarli e crearli in base alle esigenze dei clienti".

Così facendo l'industria potrà vendere i propri prodotti ad Amazon che si occuperà di distribuirli e il cerchio si potrà chiudere mantenendo un equilibrio per tutti.

“Fondamentale per innovare davvero è aumentare la quota di referenze Mdd a scaffale: il 20% non basta, dobbiamo andare Almeno al 50%”, chiarisce ancora Gasbarrino.
Il messaggio è chiaro: il futuro della gdo italiana dovrà essere fatto da brand store.

D’accordo con il presidente di Unes è il direttore commerciale di Conad Francesco Avanzini, che chiarisce: “Se la private label è nata per offrire prodotti base a una certa fascia di consumatori, oggi la Mdd deve essere in perfetta sintonia con il cliente e creare valore per l’insegna”.

Maura Latini, direttore generale di Coop Italia, ha contestato la tesi di Gasbarrino secondo cui per sessant’anni c’è stato immobilismo da parte dei retailer. "Coop è stata tra le prime a creare prodotti a marchio e questi si sono evoluti nel corso degli anni”.

I numeri della Mdd. Per quanto riguarda i numeri del rapporto, nel 2017 la Mdd ha fatto segnare un aumento delle vendite del 2,7% a valore (+266 milioni) e delll’1,7% a volume.
A fare da traino al comparto sono stati soprattutto i prodotti di fascia elevata (premium +17,9%, bio-eco +10,5% e funzionale +10,2%). La Mdd ricorre sempre meno alla leva promozionale in tutti i canali (-0,4% negli iper, -0,5% nei super, -0,6% nel Lsp, -0,8% nei discount). Lo scorso anno è aumentata anche l’offerta assortimentale della Mdd: +5,5% di referenze negli Iper, +10% nei super, +7,8% nel Lsp, +9,5% nei discount. 

Anche il discount è sempre più Mdd: la quota di mercato ha superato il 57%, in crescita del 3,1 % rispetto al 2016. Nel corso del 2017 il trend delle vendite a valore della Mdd (+4,1%) supera ampiamente la media nazionale (+2,3%), ma la differenza con il resto del Paese è ancora evidente: la quota nel sud è del 13,1% a fronte del 18,5% del totale in Italia. Conclusione? Il futuro della Mdd deve essere l’innovazione di assortimento per rispondere in maniera sempre più adeguata alle nuove esigenze degli shopper.

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