Il packaging etico si percepisce al tatto

Le “Scatole sensate” di Pro Carton arrivano in aiuto delle persone non vedenti. Per quanto apprezzabile, infatti, la scelta di alcune pmi alimentari di utilizzare il braille per le indicazioni in etichetta, sull'esempio di varie case farmaceutiche, non risolve il problema di rendere facilmente fruibili a tutti quelli che hanno problemi di vista le comunicazioni presenti sulle confezioni.

Informazioni utili per l'acquisto, ma soprattutto per la corretta gestione del prodotto in ambito domestico: basti pensare alla data di scadenza. Infatti, soltanto una minima percentuale dei ciechi conosce l'alfabeto braille, che oltre alle resistenze psicologiche risulta oggettivamente difficile da imparare da coloro che vengono colpiti da cecità in età adulta. Se poi si considera che c'è una fascia di popolazione ipo-vedente, destinata ad aumentare in relazione all'innalzamento dell'attesa di vita, ecco che il problema assume una notevole rilevanza sociale.

Di qui l'idea di Pro Carton Italia di lavorare sulla multisensorialità del packaging in cartone e cartoncino, per sviluppare scatole in grado di fornire un'anticipazione del contenuto. «Lo scopo principale del progetto - spiega Piero Capodieci, presidente dell'associazione che raggruppa i principali produttori e trasformatori di cartone e cartoncino - è stimolare sul lungo periodo i produttori di confezioni a esplorare nuovi percorsi, trovando soluzioni innovative adatte a diverse tipologie di prodotto. Anche quest'anno, sui progetti ritenuti più interessanti, saranno realizzati dei prototipi».

Nuovi codici di comunicazione
Come già nel 2007, il progetto sarà condotto da Pro Carton in partnership con l'Istituto Italiano Ciechi e in collaborazione con la Facoltà di Design del Politecnico milanese. Tre le linee di sviluppo seguite: la prima, basata sul lettering, prevede l'introduzione di parole in rilievo sulle confezioni, così da permettere un'individuazione più immediata del prodotto in questione. Una seconda soluzione si basa, invece, sulla possibilità di realizzare texture che conferiscano al packaging le caratteristiche dell'oggetto contenuto. Un esempio: creare una confezione per il succo d'arancia che, al tatto, sia rugosa esattamente come la buccia dell'agrume. Infine, si tratterà di ipotizzare delle forme standardizzate che si associno a specifiche categorie di prodotti.

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