Il teatro La Fenice diventa brand ed entra in negozio

Che i musei, i teatri o le gallerie d’arte propongano oggetti griffati all’interno dei loro shop non è certo una novità. Ma che il brand di un teatro esca dal suo luogo di elezione per divenire brand a tutti gli effetti, disegnando e proponendo linee di prodotto per entrare nel retail, questa sì che si può definire un’innovazione. Ed è quanto sta facendo Fest, Fenice Servizi Teatrali che, con Euromark Industries, prendendo spunto dal patrimonio dell’Archivio storico del teatro La Fenice e con la collaborazione del grafico Andrea Artusi, ha creato una serie di oggetti, che vanno dalla cartolina al quaderno fino alla pelletteria e all’oggettistica con le mug, i portapenne e le borse dove compare una parte della storia della Fenice, dalla più antica con Verdi, alla più recente con la Callas e altri personaggi.

Le tre linee melomani
Amami Alfredo, Sempre libera, Di tanti palpiti sono i nomi delle tre linee di prodotti, dedicate a target diversi, ovviamente, non necessariamente melomani. Amami Alfredo, che si rivolge a un pubblico giovane e dinamico, con il logo Since 1789 richiama gli stilemi della moda casual, mentre la grafica vivace vuole essere un’evoluzione, più moderna e attuale, dello spirito del mondo dell’opera (tra i prodotti quaderni di scuola, blocchi per schizzi gomme ecc).
Sempre libera è la linea che invece vuole far ritrovare nella quotidianitàle le suggestioni del Teatro La Fenice, inteso come luogo di stile ed eleganza, ma anche di frivolezza (tra i prodotti oggetti in pelle, come taccuini, set per scrittura portafogli ecc).
Di tanti palpiti, infine, è la linea superpremium che, attraverso la riproduzione dei fregi e delle decorazioni originali delle più belle sale del Teatro, esalta oggetti come quaderni di velluto e blocchi in legno.

Canali e sviluppo futuro
Per la commercializzazione dei prodotti saranno selezionate i migliori negozi di oggettistica e di cartoleria. Ma arriveranno anche in musei internazionali, come il MoMa, The Museum of Modern Art di New York, che ne ha già fatto richiesta. Così, a pochi giorni dalla presentazione delle tre linee, di cui si prevede un giro d’affari di circa 500mila euro l’anno, è già evidente quale sarà il futuro. “Abbiamo ricevuto richieste da aziende dei settori merceologici più diversi -dicono da Fest- dai giocattoli al tessile, come anche per il food. A breve ci saranno ulteriori sviluppi”.
Così, anche nell'ambito del bel canto e grazie alle ingegnose strategie di marketing, il made in Italy si trasforma in un'ulteriore cassa di risonanza per l'economia nazionale, ma anche per la cultura in generale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome