In Lunigiana le castagne sono Dop

Sono appena otto, tra castanicoltori e mulini, le aziende che possono fregiarsi del marchio europeo Dop (in protezione transitoria a livello nazionale) sulla farina di castagne prodotta in Lunigiana. Una vera "nanodop" per numero di aderenti e anche per quantità: 700 quintali. La farina, commercializzata con il nuovo marchio della produzione 2007, è lavorata secondo i metodi della tradizione montanara della zona che si estende nella provincia di Massa Carrara. Una nicchia che gli otto associati intendono valorizzare puntando sulla specificità del territorio, uno dei meno battuti della penisola, e della castanicoltura locale.

Il castagno ricopre fittamente le montagne della Lunigiana: se ne contano oltre venti varietà, oltre alla castagna selvatica piccola e non commestibile. L'estensione di questi alberi in Lunigiana è stimata in 28mila ettari. La particolarità della farina di castagne della zona sta nell'essere un "blend", una miscela di varietà diverse, prodotta da castagni non coltivati come in un frutteto, ma lasciati liberi di svilupparsi sui loro terreni.

Il procedimento di lavorazione indicato nel disciplinare prevede l'essiccazione a fuoco di legno di castagno per 40 giorni nel metato: è un graticcio su cui le castagne vengono asciugate dal calore sottostante. Poi c'è una selezione manuale per eliminare le selvatiche e quelle danneggiate, infine la macinatura a pietra.

La farina di castagne Dop della Lunigiana, al momento commercializzata solo dall'antico molino Rossi di Fivizzano, viene proposta in confezioni da 500 grammi, 1kg e 5 kg, distribuita sia nel canale tradizionale che, in piccola quota, nella gdo. Partirà inoltre un piano di comunicazione mirato alla conoscenza delle ricette tradizionali lunigianesi: oltre al classico castagnaccio, le "lasagne bastarde", la polenta e il pane di Morrocca.

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