L’approccio sartoriale di Studio Strato

Obiettivo di Martino Fraschetti e Vincenzo Tattolo è realizzare progetti misurati sul cliente garantendo l’immersività nel brand attraverso l’architettura e il design (da Gdoweek n. 10)

Un mix di antico e contemporaneo, artigianalità e tecnologia: queste le ispirazioni alla base dei progetti dello Studio Strato, realtà romana guidata dagli architetti Martino Fraschetti e Vincenzo Tattolo. “La nostra filosofia è quella di tagliare i progetti su misura delle persone che li vivranno -spiegano-. L’architettura deve essere in grado di mimetizzarsi e farsi tutt’uno con il brand, diventando parte dell’immaginario a esso collegato e rafforzandolo ulteriormente”.

Un approccio che vale anche per il retail?

Certo. Pensiamo che gli spazi debbano essere concepiti per esaltare il prodotto in esposizione e raccontarne la storia. È importante partire dalla ricerca, per avere una buona conoscenza del marchio e una comprensione dei suoi valori fondamentali, quelli che devono essere trasmessi. L’architettura e il design diventano lo strumento per garantire l’immersività che oggi ogni brand ricerca, in alcuni casi capace di creare stupore e smarrimento, in altri in grado di generare ambienti accoglienti e familiari.

Come si trasmette il Made in Italy negli spazi realizzati?

Consideriamo Made in Italy tutto il nostro approccio nel complesso. L’obiettivo di Studio Strato è di disegnare spazi in modo sartoriale, che rispondano esattamente alle esigenze per cui sono stati creati. Non ci sono regole precise, se non l’estrema cura del dettaglio, tipicamente italiana, il disegno di ogni elemento che compone un ambiente, la ricerca del calore e l’integrazione con gli aspetti della ricerca e delle applicazioni tecnologiche contemporanee.

Dal vostro osservatorio, come si è evoluto il layout degli spazi retail negli ultimi anni?

La tendenza è ormai quella di vendere un’esperienza d’acquisto più che il prodotto. Con la diffusione delle vendite online le persone hanno bisogno di più ragioni per recarsi fisicamente in un negozio. Quando si disegna uno spazio retail bisogna tenere sempre a mente l’identità del marchio/insegna e la percezione del pubblico. Ogni scelta deve essere customer oriented; questo comporta conoscere bene non solo il brand ma anche il cliente e le sue abitudini. Il negozio si eleva a vero e proprio spazio in cui trascorrere del tempo e non necessariamente fare acquisti. Nell’era del trionfo del digital e dei social media, il negozio mantiene la sua importanza proprio perché unico vero punto di contatto fisico con il brand.

Una progettazione di successo invoglia il cliente ad avvicinarsi, a trattenersi in un luogo e a desiderare di tornare anche solo per le sensazioni che ha provato trovandosi in quell’ambiente.

Quali scelte architettoniche di un negozio attraggono il cliente e lo fanno stare bene?

All’architettura si può domandare di farsi protagonista, tramite spazi audaci, materiali insoliti, colpi d’occhio memorabili, così come di accogliere e accompagnare le persone lungo l’esperienza d’acquisto tramite spazi fluidi; l’utilizzo della luce naturale e artificiale ben combinate, per esempio, è un accorgimento che guida il cliente e lo rende protagonista di un’esperienza completa.

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