Marca: le mdd crescono, ma…

Il rapporto sullo stato dell'arte del mondo delle private label mostra sì dati in crescita, soprattutto per le linee premium, ma suggerisce anche di lavorare ancora sul livello di qualità e di sicurezza (da Gdoweek n. 2/2017)

Convenienti, sicuri e sostenibili. Così i consumatori italiani percepiscono i prodotti a marchio del distributore, di cui apprezzano, sempre più, in particolare le categorie premium e bio.
Due segmenti che hanno contribuito non poco alle performance di queste referenze nel 2016, come ha messo bene in evidenza il tredicesimo Rapporto Marca realizzato da Adem Lab con la collaborazione di Iri e presentato nel corso della recente fiera svoltasi a gennaio a Bologna.

Dai dati presentati da Gianmaria Marzoli, vice presidente di Iri Worldwide, risulta che nell’arco dell’ultimo anno (ottobre 2015-settembre 2016) le vendite di private label hanno registrato una crescita globale dell’1,7% a valore e dello 0,2% a volume, raggiungendo una quota di mercato del 18,5% e registrando, quindi, un incremento dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Il fatturato nei canali iper, super e libero servizio ha toccato i 9,76 miliardi di euro, con una penetrazione importante nel canale discount nel quale la mdd è arrivata a raggiungere il 54% di quota. Analizzando i singoli comparti, i dati di Iri evidenziano come le linee premium siano aumentate del 13,8% a valore e del 12,4% a volume, così come quelle di prodotti biologici hanno registrato +16,1% a valore e +14,4% a volume; ottime performance hanno messo a segno anche i prodotti free from: tutte cifre che certificano come le catene siano state in grado di cogliere bene i trend in atto tra le preferenze di consumo. Diverso, invece, lo stato di salute delle linee mdd di primo prezzo che hanno perso terreno sia a valore sia a volume(rispettivamente del 22,2% e del 24,5%), evidenziando la necessità di un ripensamento da parte delle catene.

Per quanto riguarda i canali, le private label sono vendute principalmente nei supermercati (67,3%) e nei punti di vendita di vicinato e libero servizio (18,1%), mentre mostrano segnali di affanno negli ipermercati, dove la quota è calata dello 0,3%, attestandosi al 15,6%.
Detto questo, rimane il fatto che gli assortimenti di mdd si ampliano in tutti i canali, cati con un ritmo più leggero (+0,29%) che nei supermercati, dove mostrano un maggiore vigore (+3,46%), per arrivare alle performance interessanti di libero servizio e specializzati (+5%). Come è facile immaginare, a crescere di più sono state le referenze premium (+11%) e quelle bio (+18%), dei quali, come ha precisato Marzoli “I consumatori apprezzano la qualità, ma anche la convenienza, che continua a essere un elemento centrale nelle scelte di acquisto. L’analisi dei dati di vendita mostra che le private label giocano un ruolo fondamentale nel trasmettere ai clienti i valori delle insegne, alla base del rapporto di fiducia. Del resto -aggiunge Marzoli- è noto che i consumatori frequentano più insegne per completare la spesa, ma ce n’è una in cui comprano di più: la prima, quella cioè con cui hanno stabilito un rapporto di fiducia più forte”.

L'intero articolo su Gdoweek n. 2/2017

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