Mediobanca fotografa la gdo italiana … e non solo

esselunga
Lo studio di Mediobanca sulla gdo alimentare italiana analizza le performance dei primi dieci gruppi: Esselunga si riconferma campione di efficienza in termini di redditività al metro quadrato, ma andamenti molto positivi sono evidenziati per Lidl Italia e Eurospin

Mediobanca ha pubblicato la nuova edizione del suo studio annuale sullo stato dell’arte della gdo italiana, con confronti anche degli scenari internazionali, nel periodo 2014-2016, mentre il monitoraggio dei maggior i gruppi italiani abbraccia un arco temporale maggiore, dal 2012 al 2016.

In particolare, secondo l’analisi di Mediobanca, il fatturato aggregato dei maggiori operatori della Gdo italiana, che rappresentano il 72% del mercato dei retailer food nazionale, è aumentato del 7,9% negli anni 2012-2016, passando da 60,4 a 65,1 miliardi di euro. Il record di crescita spetta ai discount: Lidl Italia (+46,2%) ed Eurospin Italia (+34,1%) distanziano Selex (+18,7%), Conad (+13,6%), Esselunga (+11,4%) e Iper-Unes (+5,9%).
Sono in regresso le Coop nel loro insieme (-2%), Gruppo Pam (-6,1%) e gli operatori francesi con Carrefour che cede il 4,6% e Auchan-SMA il 21,2%.

I gruppi cooperativi Coop (cooperativa di consumatori) e Conad (cooperativa di dettaglianti), entrambi aderenti a Legacoop, segnano ricavi della rete di vendita al lordo di Iva allineati a 12,4 miliardi ciascuno, seguiti dalla rete di vendita di Selex con oltre 10,3 miliardi, anch’essa al lordo di Iva.
Esselunga resta il primo operatore individuale con vendite nette pari a 7,5 miliardi, seguita da Carrefour a 4,9 miliardi che precede di poco Eurospin (4,7 miliardi); Lidl Italia con 4 milairdi ha raggiunto gli stessi livelli di Auchan-Sma che segna una forte riduzione dai 5,1 miliardi del 2012. Più contenuto il volume di fatturato di Iper-Unes (2,6 miliardi) e Gruppo Pam (oltre 2,3 miliardi).

Nel 2016 l’aggregato mostra un progresso del 2,2% sul 2015, con maggiori incrementi realizzati ancora da Lidl Italia (+8%) ed Eurospin (+6,8%) davanti a Esselunga (+4,4%) e Selex (+4%). Crescita più contenuta invece per Iper-Unes (+3%), Conad (+1,9%) e le Coop (+0,2%). In calo anche nel 2016 Auchan-SMA (-3,3%), Carrefour (-0,9%) e Gruppo Pam (-1,9%).

PRODUTTIVITÀ DELLE RETE: ESSELUNGA ON TOP (AS USUAL)
Esselunga si conferma il gruppo più efficiente nel 2016 con oltre 16.000 euro di vendite per metro quadro, contro i 6.400 euro medi del panel. Gli altri gruppi si collocano tra i 6.700 euro/mq delle Coop e i 3.500 euro/mq di Gruppo Pam.
Auchan-Sma mostra la più forte flessione dei ricavi rispetto al 2012 (-14,8%), Selex registra il maggior incremento (+7,5%).
Solo Unicoop Firenze, all’interno dell’aggregato Coop, ha conseguito vendite unitarie prossime a quelle di Esselunga, con 13.600 euro per mq.
Anche esaminando il fatturato per punto di vendita, le tendenze non mutano: Esselunga realizza 49,2 milioni di euro (+4,1% sul 2012 e +3,1% sul 2015), davanti a Iper-Unes (16,2 milioni, +8% sul 2012 e +4% sul 2015), Auchan-Sma (10,9 milioni, -22,2% e -6,1%), Coop (9,4 milioni, +1,4 e +0,8%), Carrefour (8,5 milioni, -9% e +3,4%).
Lidl Italia raggiunge 6,9 milioni (+42,6% e +5,2%), precedendo gli operatori con valori più bassi che sono Gruppo Pam (3,9 milioni), Selex (3,7) e Conad (3,6).
I livelli sono influenzati dalla superficie per punto di vendita: oltre 3.000 mq in media per Esselunga, circa 1.200 mq per le Coop, 900 mq per Carrefour e circa 850 per Selex.

In termini di ebit margin, vale a dire il rapporto tra margine operativo netto e fatturato,  troviamo ancora Esselunga al vertice della classifica 2016 con il 6%, davanti a Eurospin (5,6%), Lidl Italia (3,7%), Iper-Unes (3,4%), Selex (2,9%) e Conad (2,5%).
Sono in negativo i due gruppi francesi (Carrefour -0,5% e Auchan-Sma -3,7%) e le Coop (-0,9%).
Esselunga ed Eurospin realizzano anche il miglior risultato corrente sulle vendite, rispettivamente 5,7% e 5,6%, davanti a Lidl Italia con il 3,6%, Selex al 2,8% mentre Conad e Iper-Unes sono allineate sul 2,7%. L’incidenza delle Coop (1,6%), pur inferiore ai precedenti operatori, è influenzata dal consistente apporto della gestione finanziaria (pari al 2,5% delle vendite).

Lidl ed Eurospin primeggiano per redditività netta
I retailer che primeggiano per redditività netta (Roe) sono Lidl Italia con il 23,2%, Eurospin con il 20,9%, ed Esselunga (12,9%). Seguono Iper-Unes (12,4%) e Conad (10,6%). Chiudono in rosso i due gruppi francesi che nell’ultimo biennio hanno cumulato perdite nette per oltre 600 milioni di euro (-1,3 miliardi nel quinquennio).
Le Coop, dopo tre anni di risultati positivi, sono tornate in perdita nel 2016. L’utile cumulato 2015-2016 di Esselunga ha superato i 500 milioni di euro, quello di Conad è stato di 373 milioni, seguita da Eurospin con 325 milioni, Selex con 263 milioni, e poi Lidl Italia (190 milioni), Coop (137 milioni), Iper-Unes (116 milioni) e Gruppo Pam (29 milioni).

Rotazione del magazzino: le performance molto positive di Conad ed Eurospin
Un altro indicatore dell’efficienza gestionale è costituito anche dal tempo (contabile) di rotazione del magazzino, misurato in giorni. Tenendo conto che il dato risente dell’assortimento merceologico e dell’incidenza di freschi e deperibili, il raffronto internazionale mette ancora in luce le performance molto positive di Conad (16 giorni), Eurospin (18 giorni), Lidl Italia ed Esselunga (19), mentre si collocano sopra la media internazionale (29 giorni) l’aggregato delle Coop (36), Selex (39), Gruppo Pam (38) e Iper-Unes (54). Tra i gruppi internazionali, quelli più efficienti sono la spagnola Mercadona (13 giorni), la britannica Tesco e la giapponese Seven & i (15).

Lidl, Eurospin ed Esselunga crescono di più nel periodo 2012-2016
L’analisi Mediobanca si concentra anche sull’andamento dei 10 maggiori retailer italiani negli anni 2012-2016. In questo periodo, le vendite dell’aggregato sono aumentate nel 2016 del 2,2%, attestandosi a 65,1 miliardi di euro, ma va precisato che, in quest’analisi, i dati inerenti a Coop, Conad e Selex si riferiscono a dati relativi all’intera rete di vendita e al lordo dell’Iva. Si tratta di una variazione originata dall’aumento del fatturato nella maggior parte delle società, ad esclusione dei due gruppi francesi (Auchan-Sma a -3,3% e Carrefour a-0,9%) e di Gruppo Pam (-1,9%).
Va detto che il calo di fatturato dei gruppi francesi tra 2012 e 2016 ha fatto seguito a dinamiche differenti delle reti commerciali. Dal 2012 Carrefour ha ridotto del 12,4% i punti vendita complessivi, passando da 1.218 a 1.067 (la rete in franchising si è contratta di circa 180 unità mentre quella diretta si è incrementata di circa 30 unità); nel caso di Auchan-Sma si è invece avuto un progresso del 13% da 1.840 a 2.080 (+240, di cui 185 solo nell’ultimo anno, relativi in massima parte a supermercati in franchising).

Al contrario, Lidl Italia (+8%), Eurospin (+6,8%), Esselunga (+4,4%) e Selex (+4%) registrano i maggiori incrementi. Anche nel periodo 2012-2016 il quadro è similare a quanto appena descritto: forte decremento di Auchan-Sma (il cui fatturato è diminuito del 21,2%) e importanti incrementi di Lidl Italia (+46,2%), Eurospin (+34,1%), Selex (+18,7%), Conad (+13,6%) e Esselunga (+11,4%).

Il maggiore sviluppo della rete è stato registrato da Eurospin (+16,4%) e Gruppo Pam (+15,9%), seguiti da Auchan-Sma (+13%), anche se la rete più estesa a fine 2016, inclusi i punti di vendita in franchising/affiliazione, risulta essere quella di Conad con 3.169 unità, seguita da Selex (2.542) e Auchan-Sma (2.080). Lidl Italia ed Esselunga gestiscono solo punti vendita di proprietà (rispettivamente 586 e 153 unità).

Confronto internazionale. Lo studio classifica gli operatori internazionali in base al fatturato per metro quadrato, classifica che esclude le società giapponesi Aeon e Seven & che non rendono note le superfici.
La classifica è guidata dall’australiana Woolworths con 10.847 euro per mq, seguita dalla spagnola Mercadona con 8.179 euro per mq e dalla olandese Ahold Delhaize con 7.400 euro per mq. Seguono, sopra la media di 5.898 euro: Tesco (6.898 euro) e Casino (6.565 euro). Il valore più basso è quello della statunitense Target (2.963 euro), mentre i rimanenti si attestano tra valori compresi tra i 4.000 e i 5.000 euro per mq. Nello studio Mediobanca sottolinea che le catene statunitensi hanno elevati margini (Roi), quindi non necessariamente l’elevata rendita unitaria delle superfici è garanzia di alta redditività; infatti i maggiori operatori riescono a conseguire vantaggi in termini di varietà d’offerta e masse intermediate che coesistono con rese unitarie relativamente basse. Un secondo aspetto rilevante riguarda gli scarti significativi tra le vendite per mq dei negozi domestici e di quelli esteri, dove i primi registrano vendite unitarie mediamente superiori. Infine, in confronto con i dati dei gruppi italiani conferma il posizionamento di eccellenza di Esselunga. Considerato che la catena della famiglia Caprotti non ha presenza all’estero, il raffronto più appropriato è con i dati domestici dei gruppi internazionali.

Curiosa di tutte le forme di retail, italiano e internazionale, fisiche e online, food e non food. Da anni, seguo le evoluzioni (e le involuzioni) di questo mondo con l'obiettivo di raccontare, con occhi attenti e un pizzico di ironia, nuove realtà, iniziative originali, aggregazioni innovative, negozi d'impatto, e …

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