Nel progetto Vino Libero di Farinetti arriva InNno di Gianna Nannini

InNno è il vino nato in sei mesi, a seguito dell'incontro con Oscar Farinetti, nei terreni intorno alla certosa medievale di proprietà di Gianna Nannini, dove era
cresciuta insieme ai mezzadri che coltivavano le vigne senesi. La consulenza enologica è di Renzo Cotarella: InNno è 100% sangiovese, ricavato da uve di due vigneti differenti, uno più vecchio dell'altro, impiantati su terreni la cui composizione è completamente differente.

Nome con tre N
Le tre N del nome servono a sottolineare la forza interiore del perfetto connubio di due sangiovesi in purezza. E anche l'etichetta richiama il rigore e la semplicità del contenuto della bottiglia: solo il nome e le indicazioni legislative minime, con una N che riprende l'iniziale della parola Nonno così come il trisavolo della Nannini la scriveva in un manoscritto d'epoca. Si aggiunga a questo che la Giannini ha lanciato di recente un album, che non a caso si chiama Inno, e che quindi la decisione del naming non può essere completamente estranea.

Lo spirito di Vino Libero
InNno è soprattutto un Vino Libero. Dice l'agronomo Manuel Pieri "Alla Certosa di Belriguardo usiamo zero diserbanti e solo concimi naturali in campagna e molti meno solfiti rispetto ai limiti consentiti dalla legge in cantina".
Proprio la filosofia di Vino Libero ha attirato l'attenzione della cantante: "Mi piace la parola libero associata al vino. Porta avanti la tradizione, ma al passo con i tempi. Significa fare il vino come faccio la musica, curandone le radici, perchè sia il mio vino che la mia musica vengono dalla mia terra. Non saprei fare diversamente".
Libero da un uso esasperato e sbagliato della chimica.
Libero dalle campagne salutistiche e proibizionistiche, che lo denigrano come una minaccia per la salute, dalle diete ipocaloriche e dimagranti.
Libero di esprimere il proprio carattere correlato semplicemente al vitigno e al territorio.
Dodici cantine di sette regioni: Fontanafredda, Mirafiore, Borgogno, Brandini, San Romano, Monterossa, Serafini & Vidotto, Le Vigne di Zamo', Fulvia Tombolini, Masseria San Magno, Calatrasi & Micciche' e da ieri anche la Certosa. Totale: 180 ettari vitati, 350 addetti per un totale potenziale di 1 milioni di bottiglie.

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