Non chiamateli eCommerce: sono i nuovi servizi 2.0

Rispondono alle esigenze di rapidità e servizio del cliente e sollevano le insegne dall'obbligo di sviluppare un sito di vendite online (da Gdoweek 4 - 2016)

Dopo il successo in Usa di Instacart, il cui valore stimato nel 2015 superava i 2 mld di dollari, e GoogleExpress, la vendita online per i prodotti alimentari, freschi e non, ha visto la nascita di numerose startup e sperimentazioni. Non si tratta di eCommerce in senso stretto, ma servizi innovativi indipendenti da un magazzino e da un’insegna, obiettivo: la consegna della merce al cliente quanto prima possibile. Un punto d’incontro tra domanda e offerta nel  canale digitale, utile proprio a quei retailer alimentari ancora non attrezzati sulle vendite online.

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Mentre per l’eCommerce “classico”, l’utente sceglie un oggetto alla volta, che viene spedito a casa o in un punto ritiro, con una logistica organizzata attorno a un magazzino centralizzato, nei nuovi servizi per l’alimentare, soprattutto se fresco e freschissimo, l’acquisto è composto da un paniere di prodotti per essere comparabile con la spesa settimanale. Cambia la logistica, che diventa forzatamente locale, ed entra in gioco il tempo di consegna, che deve essere inferiore (almeno nella percezione) al tempo occorrente al consumatore per fare la spesa da solo al supermercato. In questo spazio di bisogno sono nati siti di cui Instacart è il riferimento, che propongono la spesa a domicilio effettuata nel pdv preferito dai consumatori da “shopper” incaricati e specializzati, in abbonamento o con un ricarico sui costi della spesa, cui si aggiunge il costo per la consegna, funzione di diverse variabili: gli accordi con i retailer e la loro disponibilità a fidelizzare anche questi consumatori prevedendo sconti piuttosto che, invece, a ricarica la spesa; il rapporto con i personal shopper e la loro formazione e capacità di  costruire una relazione anche con i consumatori; la disponibilità di app; le formule di pagamento, che, in alcuni casi, iniziano a prevedere anche i ticket restaurant.

(L’articolo completo su Gdoweek n. 3 – 2016)

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