Origine in evidenza per l’oliva italiana

Nell'olio d'oliva il duello fra etichetta industriale e agricola vede prevalere quest'ultima con l'entrata in vigore del decreto sull'indicazione obbligatoria della provenienza per i prodotti vergine ed extravergine. Un provvedimento, fortemente voluto da Coldiretti, che ha raccolto in una regione produttiva come la Puglia oltre 20.000 firme di sostegno. In concreto viene introdotta la dicitura d'origine nazionale, estendibile ai 38 extravergini a denominazione di origine (Dop), a prodotti acquistabili direttamente nelle aziende agricole, a prodotti industriali selezionati e riconoscibili per la presenza di avvisi quali da olive “raccolte in Italia”, “coltivate in Italia”, “prodotte in Italia”, “100% olive italiane” o, in ultima istanza, esplicitando il nome dell'azienda agricola fornitrice della materia prima e non solo il luogo dello stabilimento di confezionamento dell'olio. Il mondo agricolo chiede in parallelo un sistema di controlli negli stabilimenti per assicurare che tutti i prodotti etichettati dopo il 17 gennaio 2008 rispettino le condizioni fissate dal decreto. Il recente sequestro a Foggia di clorofilla utilizzata in uno stabilimento specializzato per adulterare olio d'oliva, è la dimostrazione della necessità di salvaguardare il comparto anche in termini di sicurezza alimentare da frodi e sofisticazioni, in particolare per quelle confezioni destinate a finire su mercati stranieri e sui canali a elevata competitività di prezzo.

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