PamPanorama ha molti progetti per il futuro immediato: nuovo format di ipermercato in test nel 2019, nuove aperture soprattutto nel concept di prossimità (Pam local), sviluppo dell'online anche per andare all'estero in canale abbinato eCommerce/offline, rafforzamento delle competenze interne nell'approvvigionamento dei prodotti freschi. Fa il punto l'Ad Gianpietro Corbari

PamPanorama è uno degli storici gruppi distributivi italiani. Nacque sessant'anni fa, per iniziativa di Tito Bastianello, Giovanni Paolo Giol e Giancarlo Dina, a Venezia (sede legale; quella amministrativa è a Spinea), e l'insegna Pam (acronimo di Più a meno) fu una delle prime in assoluto della gd italiana. Oggi il gruppo veneto ha 684 punti di vendita diretti, un patrimonio immobiliare di 681.000 mq, un fatturato (2017) di 2,4 miliardi di euro, e 9.500 dipendenti. Lo ha ricordato Gianpietro Corbari, amministratore delegato di PamPanorama, che, nel rievocare l'anniversario, ha aggiunto le indicazioni programmatiche per il 2020: "Pam ha sempre puntato sull’alimentare e sui freschi e freschissimi -precisa Corbari-. Su 1.011 punti di vendita, solo 25 sono ipermercati, ma verranno riprogettati per adeguarsi al mercato, che preferisce i negozi di vicinato, e per assecondare la strategia aziendale che mira decisamente ai prodotti alimentari. Nel 2013, 9 prodotti su 10 venduti erano food. Questa incidenza è destinata ad aumentare, dal 94% del 2017 al 96% del 2018. Oggi compriamo molto all’esterno. In futuro vogliamo fare sempre più cose internamente. Abbiamo cominciato con la nostra flotta di pescherecci di Chioggia che ci procura pescato fresco per il giorno successivo; abbiamo uno stabilimento in Toscana che produce tutta la carne per il gruppo da allevatori selezionati; e adesso stiamo partendo con la produzione interna dei prodotti da forno e della gastronomia. Stiamo investendo parecchio in tracciabilità e qualità".

Online e offline sempre più integrati

"Per noi non esiste un conflitto tra offline e online –puntualizza Corbari– come in questi ultimi giorni è stato paventato nella querelle legata alle chiusure domenicali; anzi pensiamo che i due canali debbano essere integrati in maniera sinergica, per venire incontro alle diverse tipologie di consumi e di clienti. Oggi l’influenza del fatturato food sviluppato attraverso l’eCommerce è intorno all’1%, ma puntiamo a innalzare l'incidenza del food online all’1,5% già nel 2019 operando in Italia ma anche all’estero per portare il cibo italiano nel mondo in modo innovativo".  L'online, avviato tramite la partnership con Supermercato24 per il click&collect, è proseguito con Amazon Prime a Roma.

Gli investimenti complessivi per i prossimi due anni (2019 e 2020) ammontano a 120 milioni di euro. "Una metà dei quali sarà destinata ad altre aperture, con 10 Pam Local nel 2019 -precisa Corbari-. L'altro 50% degli investimenti andrà sul digital e sulle ristrutturazioni. In particolare, stiamo lavorando su un nuovo format di ipermercato che sarà pronto entro settembre 2019, partendo da una ristrutturazione: la superficie di vendita sarà più ridotta, e verrà integrato con l’eCommerce; lo spazio libero verrà sfruttato per le produzioni dell’azienda con l’obiettivo di servire tutta la rete. Stiamo lavorando anche per portare la nostra presenza fuori dai confini nazionali e non solo in Europa dove potremmo valorizzare al meglio l'immagine dei nostri prodotti e della tradizione italiana facendo leva sul made in Italy. In Italia saranno soprattutto i Pam local, il nostro format di vicinato per la spesa di tutti i giorni, a crescere maggiormente: nel prossimo biennio ne prevediamo il raddoppio, rispetto al numero attuale che è vicino ai 100 punti di vendita".

La strategia di sviluppo della rete fisica passa anche per le acquisizioni: dopo i 60 punti di vendita della rete discount Dico-Tuodì, PamPanorama sta valutando l’acquisizione di altre reti concorrenti: "In Italia ci sono molti operatori che hanno saputo valorizzare al meglio la localizzazione -aggiunge Corbari- ma che sul lungo periodo non riescono più a crescere: noi siamo a disposizione".

Tornando allo sviluppo oltre i confini nazionali, "partiremo dall’online -spiega Corbari-. Stiamo valutando una partnership importante in termini di obiettivi e fatturati, a doppia cifra perché travalica i confini europei e prevede inizialmente una piattaforma fisica di vendita e poi l’apertura di negozi brick&mortar. L’idea è di usare l’insegna Pam per rappresentare l’italianità".

Il ruolo di Pam Innovation Lab. Una sorta di incubatore delle strategie aziendali sarà Pam Innovation Lab, laboratorio interno e multidisciplinare dove oggi lavorano 20 persone tra commerciale, marketing, finanza, logistica, e sistemi informativi. "Stiamo valutando l’opportunità di acquisire startup in Italia che hanno già il know how su progetti specifici -aggiunge Corbari- uno in particolare dedicato ai servizi per le casse, in modo da accorciare i tempi rispetto alle competenze che non sono presenti in azienda".

 

 

 

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