Per l’industria la Mdd è scelta strategica

Per il grande mondo della Pmi agroalimentare italiana il rapporto con i retailer consente di mantenere viva la competitività industriale. La ricerca di Ibc

Nel definire il punto di vista dell'industria rispetto al business dei prodotti a marca del distributore, Ibc ha realizzato una ricerca ad hoc insieme a Trade Lab -presentata da Luca Pellegrini a Marca 2017- principalmente nell'intento di colmare un vuoto di informazione. Perché del versante industriale si conoscono molti meno dettagli rispetto alle variabili in gioco, le opportunità da cogliere, lo stato delle relazioni con i retailer.

Industria Mdd01L'attenzione si è soffermata su 75 imprese di produzione, forse non statisticamente rappresentative, ma in ogni caso significative per avere uno spaccato della media impresa italiana agroalimentare (il 50% del campione fattura fra i 500 e i 100 milioni di euro). Un ulteriore parametro significativo: sono state scelte aziende che facessero sia copacking sia attività a marchio proprio. Tralasciati volutamente i puristi e gran parte degli specialisti conto terzi.

L'evidenza principale che emerge riguarda la scelta strategica verso le Mdd. Non risultano mai un ripiego e neppure rappresentano un'ultima spiaggia rivelatasi fortunata. Si tratta di un secondo ambito di business che viene perseguito proattivamente e con una forte focalizzazione sui volumi. “Ma attenzione -segnala Luca Pellegrini, presidente di Trade Lab- non si va solo a caccia di volumi incrementali per ottimizzare la produzione esistente. L'obiettivo è molto più strategico e funzionale alla competitività aziendale: la Mdd garantisce volumi ed economie di scala immediate che consentono gli investimenti sull'aggiornamento tecnologico e industriale del copacker”.Industria Mdd 02

Non è una scelta tattica ma di lungo periodo che dà risultati buoni. Una scelta che paga se è vero che la metà del campione produce Mdd da un ventennio senza ripensamenti. Tra l'altro: a livello di produzione la Mdd rappresenta il 32% dell'attività produttiva, che però incide sul 35% del fatturato con un evidente valore aggiunto. Le imprese segnalano anche la differenza esistente fra il lavoro a supporto dei discount e quello a supporto della gdo. I discount sono clienti importanti: rappresentano il 21% dei committenti ma ben il 29% del fatturato generato con Mdd.

Schermata 2017-01-20 alle 14.22.30L'aspetto più deludente che l'industria copacker segnala rispetto a quest'area di business funzionale riguarda l'estero. L'aspettitiva di poter accedere a scaffali stranieri attraverso i rapporti di fornitura Mdd in Italia spesso viene delusa. Mentre l'idea di poter accrescere gli spazi e la visibilità a scaffale con le proprie marche essendo anche dei produttori di private label è oggi un'aspettativa venuta meno, e certamente non viene più considerata come punto di partenza per intraprendere questa attività.

Nel rapporto tra le parti sono evidenti anche aree di difficoltà. È scontato che i margini sono bassi, in particolare per le Mdd per il discount, e che chi opera in questo mercato non può che farlo sulla base di una rigida disciplina nel controllo dei costi. Un elemento negativo nuovo che sta emergendo è invece la richiesta di contributi aggiuntivi per sostenere la promozionalità delle Mdd, creando una rilevante incertezza su condizioni di fornitura che già scontano una redditività contenuta.

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