Perché la benzina è così cara

La globalizzazione ha creato nuovi confini di competizione, privi di vincoli amministrativi e basati sul tempo, che hanno spinto le grandi corporation (su cui governi e pubblici poteri locali riescono sempre meno a intervenire) verso un'impresa globale a network, idonea a operare in contesti aperti.

Mercati di scarsità
Nell'economia dei mercati globali, l'intensità competitiva va oltre la numerosità e le quote di vendita dei concorrenti, per misurare piuttosto direzione e complessità delle relazioni tra un'impresa rispetto ai competitor. Un'alta interdipendenza (cioè la presenza di forti relazioni con i mercati) segnala così una bassa competizione, come avviene per le economie di scarsità, che equivalgono ai monopoli e ai cartelli. Qui le imprese controllano le vendite nei vari mercati, fissando nelle diverse aree il prezzo e le quantità prodotte e vendute.

L'industria petrolifera esprime un moderno esempio di global management in condizioni di scarsità d'offerta, che si concretizza in un ridotto numero di grandi corporation, pochi world brand e una clientela mantenuta omogenea nei bisogni e stabile nei consumi. La bassa interdipendenza competitiva è aumentata, inoltre, dal controllo esercitato dai produttori sui canali distributivi. Questi ultimi configurano degli ambiti locali di vendita, inseriti però in network globali di produzione, marketing e logistica.

La situazione italiana
In Italia (che presenta un'attività di raffinazione multicountry, un importante sistema logistico e forti consumi interni), il retail della benzina si concentra, per esempio, sulle imprese del settore petrolifero con un'alta concentrazione delle quote di mercato (Agip 30%, Esso 18%, Q8 10%, Ip 8%, Tamoil 8%, Erg 7%, Api 8%). Sono minime le vendite in altri canali, in particolare la Gdo. In sintesi, è un tipico oligopolio distributivo locale, governato tuttavia da una gestione globale dell'offerta. D'altro canto, il global management mira proprio a preservare la condizione base dell'economia di scarsità, cioè una ridotta intensità di concorrenza, come dimostrano le soft entry dei colossi cinesi Sinopec, Cnooc e PetroChina.

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