Si vende più birra nei supermercati

La birra è un trend sempre più diffuso anche nel nostro paese, tanto che il 6,6% degli italiani dichiara di consumarla tutti i giorni, il 27,5 abitualmente e il 34,8% in maniera sporadica (Fonte Assobirra, luglio 2007). Il consumo pro-capite si aggira ormai sui 30,3 litri, grazie al suo gusto - che ben si abbina alla cucina mediterranea - così come al suo prezzo, inferiore a quello del suo principale competitor, il vino.

La tendenza positiva del mercato è confermata dalle vendite nella gdo, salite dell'8% nel 2007 (il segmento più venduto è quello Standard, seguito dal Sophistication), sfiorando gli 890 milioni di euro (dati IRI, anno terminante agosto 2007). Questo è solo il dato minore, perché in realtà il 65% dei consumi di birra avviene ancora prevalentemente nei canali bar e ristorazione.

Iniziative per il "bere consapevole"
Resta il fatto che - pur se alcune aziende propongono anche la versione analcolica - la birra è una bevanda alcolica. Il bere con moderazione e consapevolezza è un concetto difficile da comunicare, soprattutto al target dei giovani, tra i maggiori estimatori della spumeggiante bevanda. Così, nell'ambito del piano di prevenzione messo in campo dal Ministero della Sanità, gli industriali della birra promuovono due diverse iniziative che puntano a promuovere il “bere consapevole”.
La prima coinvolgerà le autoscuole, dove si svolgeranno corsi specifici sulle problematiche legate alla guida e all'alcol. La seconda è rivolta alle donne in gravidanza: Assobirra ha siglato un accordo con la Società italiana di ostetricia e ginecologia, con 5mila medici impegnati a far conoscere i danni che l'alcol può provocare ai nascituri. Il retailer inglese Tesco, infine, nel dichiarare che sta considerando seriamente il problema, ha rifiutato di vendere nei suoi pdv un tipo di birra che ha un prezzo inferiore a quello dell'acqua minerale.

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