Retail e Esg: le logiche di Gucci

Espansione in ottica sostenibile per Gucci che avvia il suo nuovo sviluppo che prende il via dal format realizzato a New York

Sono importanti i piani di crescita di Gucci che, dopo aver ottenuto la certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) per 110 dei suoi punti di vendita, punta a superare la quota di 380 store entro il 2025. "Lo store di New York è un esempio dell’impegno e del percorso intrapreso per adottare scelte più responsabili nei nostri negozi -spiega Antonella Centra, executive vice president, general counsel, corporate affairs & sustainability di Gucci-. Dalle pareti in Demetra e dagli arredi in tessuti riciclati, tra cui tessuti d'archivio che rimandano al nostro patrimonio e alla circolarità dei materiali del lusso, fino ai programmi di efficienza energetica e alla certificazione Leed, continuiamo a innovare per ridurre costantemente la nostra impronta ambientale".

La sostenibilità

Sono diversi i progetti in ambito sostenibile del marchio di moda. In questo contesto rientra il passaggio all'energia rinnovabile, completato a fine 2022, ora impiegata nel 100% dei negozi a gestione diretta nel mondo. A questo si aggiunge l'aumento dell’utilizzo dell’illuminazione a Led, disponibile nel 90% delle boutique. Gli obiettivi green di Gucci vanno oltre: entro il 2025 il brand intende integrare il Building Management System-Bms: un sistema che, oltre a consentire il controllo di riscaldamento, ventilazione, raffreddamento, acqua calda e illuminazione negli edifici, è anche uno strumento di diagnostica e informazioni energetiche che aiuta a limitare gli sprechi di energia.

Anche in termini di moda circolare Gucci ha attuato alcune scelte come nel caso della piattaforma Circular Hub in collaborazione con la casa madre Kering.

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