Mercato, il nuovo sex symbol del retail

Se li definissimo aggregatori di delizie qualcuno potrebbe storcere il naso. Possiamo provare con supermercati dell’eccellenza, high street retailer, crogiuoli di specialità, piazze del gusto o, alla francese, épicerie fine. Al di là dei nomi, parliamo di quegli spazi dedicati al cibo di qualità, alla filiera corta, prodotto in quantità limitate con processi sostenibili e a prezzi accessibili. Un fenomeno lanciato in Italia da Eataly e cresciuto sempre più negli ultimi tempi anche grazie al traino di Expo. E visto il successo in termini di presenze e fatturati, entrano in competizione sia con le grandi catene della gdo sia con i classici negozi al dettaglio, sempre più sofferenti.

Non sarà un caso se nel nostro Paese, oltre ai 15 punti di vendita della catena fondata da Oscar Farinetti, sia proprio Milano a registrare le novità più importanti in questo settore, seguita da una delle città italiane che più si caratterizza per la buona cucina: Bologna. Anche grandi insegne della ristorazione autostradale, come Autogrill e Chef Express, nei loro scaffali dedicano sempre più spazio ai prodotti regionali, o aprono negozi ad hoc. Mentre all’estero, complice anche una cultura gastronomica meno raffinata della nostra, Francia a parte, c’è ancora poco.

Street food gourmet: Il Mercato Metropolitano
Proprio in occasione dell’esposizione universale, nella capitale lombarda ha inaugurato il Mercato Metropolitano, 15mila metri quadrati negli ex magazzini ferroviari di Porta Genova, che propone un modello di acquisto sostenibile basato sulla filiera corta. Iniziativa realizzata per volontà di Unaproa (Unione che raggruppa 125 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli), ha messo insieme banchi del fresco e botteghe del cibo da consumare sul posto, con circa 2.000 prodotti tipici, dalla piadina romagnola, alla carne alla brace, fino alla birra agricola. Mezzo milione di presenze solo in maggio, 600mila a giugno, numeri che anche per gli organizzatori vanno ben oltre le aspettative.

“Siamo soddisfatti di questa partenza -ammette il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti- soprattutto per i nostri associati, perché hanno messo i soldi di tasca loro per realizzare questo progetto (circa un milione e 200mila euro ndr) che non è fine a se stesso e dovrebbe confermare la sua presenza ben oltre Expo, almeno per due o tre anni. Anzi, l’idea è anche quella di portare questo format oltre i confini nazionali, a Tokyo, Londra e New York, per confrontarci con marchi come Waitrose e Whole Foods. Con il marchio dei cinque colori vogliamo essere ambasciatori del cibo italiano di qualità, il miglior antidoto all’italian sounding”. Dopo Milano il Mercato Metropolitano dovrebbe aprire anche a Roma, mentre il primo avamposto estero dovrebbe essere a Londra: “Crediamo che la capitale britannica sia la città ideale per diffondere il nostro messaggio, quindi stiamo concentrando i nostri sforzi per concretizzare l’iniziativa -spiega De Ponti-. È un’operazione di comunicazione, con la quale vogliamo dare visibilità ai piccoli e piccolissimi produttori italiani di eccellenze agroalimentari e creare per loro anche occasioni di business”.

Un salotto del gusto targato Autogrill
Sempre a Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, ha da poco debuttato il Mercato del Duomo, una specie di santuario del gusto griffato Autogrill. Ma dimenticate camogli e rustichelle: su quattro piani, trovano posto eccellenze alimentari italiane, arte e sostenibilità. Quello dedicato agli artigiani locali è al primo. I negozi sono sei, scelti in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche Pollenzo (con la presenza di Slowfood): la pasticceria C’era una torta… di Seregno, il panificio Grazioli di Legnano, la Gastronomia Falcone di Verzuolo (Cn), i formaggi di Sogni di Latte di Vomero e di Antonio Carpanedo del Caseificio La Casearia di Camalò di Povegliano (Tv), la macelleria piemontese dei Fratelli Gavazza, frutta e verdura dei Fratelli Abbascià, un nome che ha fatto storia a Milano. Pochi metri più in là si trova l’Ovobar per chi vuole una colazione proteica, il Frutteto con frutta, verdura e centrifugati, il Forno con pizza e pane artigianale sfornati al momento, la Caffetteria che serve anche il vero caffè napoletano, il Pastaio, lo Street Food e molto altro con un’offerta alle birre artigianali. È quasi un ritorno al passato: mentre in città chiude il McDonald’s di piazza San Babila, simbolo del fast food e degli anni 80, le ‘botteghe’ si riappropriano degli spazi nobili.

“Oggi conta offrire un’esperienza al cliente -spiega Alessandro Giudici, F&B Europe product development manager-: per questo abbiamo coinvolto in questo progetto i massimi esperti del settore, l’Università di Scienze Gastronomiche e alcuni dei migliori artigiani del cibo. Quello che offriamo è un elevato standard di qualità in una location esclusiva, il tutto a prezzi accessibili”. Un format unico questo di Milano, che non sarà replicato altrove, mentre in altri spazi Autogrill proseguiranno le aperture dei punti di vendita Bistrot.

Mercato di Mezzo: gdo insieme alle botteghe
Inaugurato poco più di un anno fa nel cuore di Bologna, il Mercato di Mezzo ha ridato vita a una struttura che, fin dal Cinquecento, ospitava i banchi del mercato coperto, successivamente abbandonata fino alla chiusura. Artefice della riqualificazione è stata Coop Adriatica, che, di fatto, ha creato un ibrido: accanto ad alcune botteghe storiche del capoluogo emiliano -come il Forno Calzolari di Monghidoro, la macelleria Zivieri di Monzuno e la pescheria del Pavaglione- si trovano grandi marchi della gdo come Alcisa, Granarolo e la stessa Coop con due punti di vendita propri, dedicati rispettivamente a FiorFiore (la mdd delle tipicità italiane premium) e Vineria. Al piano rialzato c’è la pizzeria di Eataly, tra l’altro già presente in città nella libreria multipiano Ambasciatori e capofila del progetto Fico, la disneyland del cibo che sorgerà nell’area dell’ex centro agroalimentare. Anche se i dati dei primi sei mesi del 2015 parlano di un fatturato di 2,5 milioni e circa 300mila visitatori, Coop sta rimodulando lo spazio, cercando di renderlo più appetibile proprio per i bolognesi e non solo per i turisti.

È di fine luglio l’avvio del ‘cook crossing’ al primo piano, uno spazio per scambiarsi libri sull’argomento cibo e l’apertura di un temporary store targato Sorbetteria Castiglione (vedi box), un’istituzione in città in fatto di gelato. “Il Mercato di Mezzo si conferma un punto di riferimento per italiani e stranieri e con questa iniziativa cerchiamo di rendere più accogliente anche il piano superiore”, sottolinea Tiziana Primori, direttore sviluppo partecipate di Coop Adriatica.

 

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