ADT, ecco come prevenire i furti nei punti di vendita

Una campagna informativa volta ad aiutare i retailer a potenziare le proprie misure di sicurezza e a prevenire i furti: è l’iniziativa messa in campo da ADT, gruppo attivo a livello internazionale nella fornitura di soluzioni globali di antincendio e sicurezza.
Nei momenti di crisi, le differenze inventariali intaccano ulteriormente i margini dei retailer, con un’incidenza media dell’1,6% sul fatturato. “La maggior parte dei furti è contenuta in termini di volume ma ad alto valore, con una spiccata preferenza per profumi, batterie, rasoi, prodotti elettronici, cibi sottovuoto, musica, videogiochi e intrattenimento e si verifica nel corso del fine settimana e nei momenti di maggiore affluenza -spiega Luca Cappellini, marketing manager di ADT Fire & Security-. I ladri abituali effettuano una rapida analisi delle misure di sicurezza in essere per identificare possibili falle e cercano la loro opportunità in quei negozi in cui la sicurezza è minima o addirittura non presente”.

I consigli di ADT

Il momento di maggior affluenza, la calca nei negozi, l’aumento nel numero di transazioni e gli acquisti di emergenza sono tutti fattori che contirbuiscono a far lievitare le opportunità di furto. Proprio per questo, ADT ha messo a punto una serie di suggerimenti per aiutare i retailer a prevenirle, vediamoli in dettaglio.

1. Sistemi di sicurezza ben visibili: telecamere di videosorveglianza, antenne antitaccheggio con etichette e centraline elettroniche di protezione tramite cavi, rappresentano un disincentivo significativo e sono molto efficaci.

2. Adottare misure di sicurezza che favoriscono le vendite e non impattano l’estetica del negozio o l’esperienza di acquisto. Conviene evitare per esempio l’inserimento di prodotti all’interno di vetrine, catene di sicurezza, ecc.

3. Prestare particolare attenzione ai punti più vulnerabili del negozio come i camerini, l’uscita di emergenza, ecc.

4. Disporre di un sistema di TVCC ad alta definizione con telecamere posizionate nei punti giusti per identificare e seguire comportamenti sospetti.

5. Disporre di sistemi anti-intrusione, preferibilmente collegati a una centrale di monitoraggio o alle forze dell’ordine, con sensori evoluti per gli orari in cui il negozio è chiuso.

6. Identificare la merce più appetibile per i ladri al fine di adottare misure di sicurezza supplementari. Valore, dimensione, novità e localizzazione nel negozio aumentano il rischio di sottrazione di un prodotto.

7. Disporre di dispositivi come il metal detector per rilevare l’ingresso di borse foderate di metallo, pensate appositamente per inibire l’antitaccheggio.

8. Istruire i dipendenti sulle tecniche di vigilanza utilizzando le immagini del negozio stesso per identificare i comportamenti abituali dei ladri occasionali.

Se il negozio già dispone di misure di sicurezza è possibile incrementare il livello di protezione:

- Con sistemi che individuino il tentativo di manomissione delle etichette di protezione su abbigliamento e merce (etichette rigide allarmate).

- Assicurandosi che gli articoli con componenti metallici o liquidi siano efficacemente rilevati dall’antitaccheggio. In questo senso la tecnologia acusto-magnetica, affermano in ADT, offre un livello di affidabilità superiore a quella a radio frequenza.

I furti dei dipendenti
Infine, sulla base dei dati contenuti nel report annuale ADT dal titolo “Loss prevention 2010: retailers battling shrink in tough times”, non va dimenticato il fatto che il furto da parte dei dipendenti continua a rappresentare la principale fonte di perdita del settore, sia in operazioni di cassa (annullamenti o depositi), sia in magazzino.
In questo senso, i retailer hanno a loro disposizione strumenti che permettono di controllare anche questi aspetti:

- Avvalersi di software di analisi e gestione che permettano di tracciare le operazioni di cassa e localizzare trend e transazioni problematiche (annulli, rimborsi, pagamenti con carta di credito, sconti, …).
- Adottare soluzioni tecnologiche che assicurino maggiore precisione nell’inventario. I punti critici in cui si registra il maggior numero di furti nella catena di approvvigionamento sono la superficie di vendita (78%), il magazzino (68%) e i centri di distribuzione, soprattutto la zona di ricevimento e di carico.

- Migliorare la capacità di analisi dell’enorme quantità di dati forniti dalle soluzioni di business intelligence per identificare i punti conflittuali e prendere le misure necessarie a prevenire le sottrazioni.

- Aumentare la consapevolezza di tutti gli attori della catena –dalla direzione fino ai commessi– sul fatto che possono adottare migliori pratiche operative e lavorative e contare su dispositivi elettronici che riducano al minimo la ripercussione dei furti sui risultati.

“Integrare tutti i sistemi all’interno di un’unica piattaforma permette di aumentare il controllo sulle perdite -conclude Luca Cappellini-. È importante considerare la sicurezza da un punto di vista complessivo associando diversi sistemi come quelli anti-intrusione, antifurto, controllo degli accessi, software specifici, protezione alla fonte e Rfid per ridurre le cause sconosciute delle differenze inventariali in tutta la catena di approvvigionamento”.
Una copia completa dello studio è disponibile all’indirizzo http://www.retailsystemsresearch.com/_document/summary/1037.

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