Anche Heineken apre alla birra zero alcol

Dopo aver testato il prodotto in vari Paesi europei, arriva finalmente anche in Italia la versione Heineken della birra zero alcol, Heineken 0.0

Heineken ha presentato alla stampa la nuova birra zero alcol il 21 marzo a Milano presso la Terrazza 12 del Brian & Barry Building presenti il direttore comunicazione Heineken Alfredo Pratolongo e il marketing manager Cristina Gusmini (nella foto sopra rispettivamente a destra di Willem Van Waesberghe e a sinistra dello chef Matteo Torretta).

Dopo una accurata messa a punto durata sei mesi coordinata dal mastro birraio globale Willem Van Waesberghe (in foto), Heineken con l'ashtag #NowYouCan ha presentato la nuova birra analcolica nata per rispondere alle esigenze di un consumatore attento al benessere e che apprezza la moderazione, ma non vuole rinunciare al gusto della birra. Il target di consumo individuato per partire all'assalto del mercato è la pausa pranzo in virtù del fatto che gli italiani più di qualsiasi altro popolo di consumatori consuma la birra proprio a pranzo.

Il prodotto
Una ben studiata etichetta blu, dove risalta l’iconica stella rossa e un doppio "00" separato da un punto, è il modo semplice, ma efficace per mettersi in evidenza sullo scaffale. Le calorie sono 21 ogni 100ml, pari a 69 calorie per ogni bottiglia da 33cl. Quindi per arrivare al potere calorico di un panino da 400 calorie, ci vogliono 2 litri.
L'offerta in gdo prevede il cluster da 3 bottiglie con l'aggiunta della lattina da 33 cl. Il prezzo non è comunicato, ma il posizionamento è premium come evidenzia l'etichetta.
Il gusto è il punto forte di Heineken risulta in un primo tempo giustamente amara con un retrogusto fruttato che dà la sensazione di bere una birra alcolica e non una birra zero.

Il target pausa pranzo
Secondo la società di ricerche Squadrati, gli italiani quando si parla di pausa pranzo, si possono dividere in 4 principali profili su un quadrato semiotico e cioè Edonisti, Imbruttiti, Salutisti e Sciallati. Cosa accomuna pressoché tutti? La certezza della pausa pranzo: solo il 5% degli intervistati la fa raramente, quasi l’80% non la salta mai. Da qui in poi le differenze si fanno molteplici, seppure con misure differenti. Per quasi il 50% delle persone la pausa si svolge sempre nello stesso modo, in particolare per le fasce più alte d’età (55–64 anni), per quanti pranzano a casa e per i liberi professionisti e imprenditori o, all’estremo opposto, per quanti sono in cerca di occupazione, per i pensionati e le casalinghe; per il 25% di questa parte di intervistati, può durare almeno 30 minuti  e fino a 1 ora per il 31%. Per la restante metà il tipo di pausa varia a seconda dei giorni e può durare da meno di 30 minuti per il 48% fino a 3 ore per più del 25%. Le tendenze wellness di questi anni sembrano trovare conferma nei dati emersi dalla ricerca, che rileva un ruolo principale per un primo piatto a base di pasta: 43%, seguito ad ampia distanza da piatti proteici (carne 20%), ma soprattutto da verdura e contorni (24%) con punte del 30% al crescere dell’età (over 45) e da frutta (23%) con punte di quasi il 30% tra gli uomini. Basso impatto di scelte veloci quali panini e piadine che registrano poco più del 10%.

Il quadro semiotico
Incrociando gli assi dell’approccio emozionale (la pausa pranzo è un momento per lasciarsi andare) vs. razionale (controllo del cibo, bilanciamento delle attività) con quelli di significato del pranzo (il cibo e le bevande sono al centro della pausa pranzo) vs pausa (il cibo è solo uno degli elementi della pausa pranzo), emergono 4 profili:
• Gli edonisti - anche in pausa pranzo hanno voglia di prendersi del tempo per coccolarsi con cibo e bevande gustose, senza troppi sensi di colpa.
• Gli Imbruttiti - sono campioni mondiali nel fare il maggior numero di cose nel minor tempo possibile: email, bollette, lavoro arretrato.
• Gli Sciallati - la pausa pranzo è prima di tutto un momento per rilassarsi ed evadere dalle noie quotidiane.
• I Salutisti - controllano attentamente ciò che mangiano in pausa pranzo. Badano alla qualità, ma anche ai carboidrati, ai grassi, agli zuccheri, al glutine, le proteine animali.

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