Bernardo Caprotti una vita, una visione sul retail

Caprotti
Un uomo che ha costruito una delle aziende più invidiate del settore, diventando un modello in Italia e non solo. Come tributo alla sua scomparsa, abbiamo raccolto tutte le dichiarazioni che ci ha rilasciato in questi anni. Un’eredità che può essere un’ispirazione per quanti operano nel mondo della gdo (da Gdoweek n. 16)

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Protagonista a pieno titolo del contesto competitivo nazionale, Bernardo Caprotti non ha mai amato le luci della ribalta. Nonostante le performance top della sua azienda, ha sempre preferito rimanere dietro le quinte. Visitava spesso i suoi negozi, lo ha fatto fino all’ultimo, un’arte la sua, fatta di attenzione ai particolari, nulla sembrava sfuggirgli. Certo nel corso degli anni non sono mancati i momenti di visibilità professionali e famigliari, dal periodo di presentazione di "Falce & Carrello" (scritto nel 2007, di cui nel 2016 è stata ripubblicata una nuova edizione con prefazione rinnovata), con tutti i suoi strascichi, o quando si è concesso, a 86 anni, nel 2011, una breve apparizione nel cortometraggio "Il mago di Esselunga" firmato da Giuseppe Tornatore, "un video che piacerà a nonni e bambini", dichiarò durante la presentazione. Più di recente, il suo nome è stato legato alla decisione di andare in pensione (e occuparsi solo di quello che gli piaceva di più) alla querelle con i figli e alle recenti questioni relative all’eventuale vendita. “Il nostro è un mestiere più complesso di quanto non si creda -diceva-. Si basa sull'eccellente esecuzione di molte cose all'apparenza semplici, ma che, interlocked, rendono la faccenda di difficile esecuzione. Logistica, controllo dei punti di vendita, progettazione e urbanistica ecc. Le vere difficoltà sono all'esterno. Sono le circostanze che lo rendono così difficile". Delle affermazioni non molto diverse da quello che diede, nel suo stile garbato, ma graffiante e ironico, in un’intervista per i 20 anni di Mark Up nel dicembre del 2014.

Schermata 2016-10-20 alle 12.43.23Del passato, cosa aiuta a capire l'oggi e a interpretare il futuro?
Conoscere bene la storia e l'evoluzione del commercio moderno, storia che ha il suo inizio 150 anni fa, nel 1870.

Quali scelte fatte rifareste ancora?
Di non uscire dal seminato, cioè fare mestieri diversi, quali gli ipermercati e i discount.

Le decisioni "storiche" di questi 20 anni.
Conservare rigorosamente il sistema della centralizzazione, nato appunto oltre cento anni fa, e rimanere fedeli alle best practices anglosassoni.

Come sono cambiati i competitor, quali i più agguerriti?
Ieri? Carrefour, Auchan. Domani? Chissà.

L'evoluzione dei rapporti industria-distribuzione: i cambiamenti più significativi di questi anni? E cosa ci auguriamo per il futuro?
Vengo dall'industria. Ho vissuto cinquant'anni fa la sufficienza, quasi il disprezzo, coi quali l'industria trattava il commercio, dalle bancarelle alle società di supermercati. Oggi è diverso, e siamo qui per fare i conti.

Le sfide più significative: ieri e oggi ...
Nel passato, le sfide sono state le licenze, la Coop, la comprensione del nostro sistema da parte dei politici ... Oggi? I consulenti. Anche se è da sempre che costituiscono un grande pericolo.

da Mark Up 20 anni, dicembre 2014

Curiosa di tutte le forme di retail, italiano e internazionale, fisiche e online, food e non food. Da anni, seguo le evoluzioni (e le involuzioni) di questo mondo con l'obiettivo di raccontare, con occhi attenti e un pizzico di ironia, nuove realtà, iniziative originali, aggregazioni innovative, negozi d'impatto, e …

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