Bomaki uramakeria, format esotico dove l’estetica incontra il gusto

Bomaki uramakeria
Bomaki uramakeria ha oggi 9 locali, di cui 7 a Milano e 2 a Torino. L’ingresso dei fondi permetterà di accelerare lo sviluppo

La recente apertura, la prima del 2022, e nona nel complesso, di Bomaki uramakeria in corso Garibaldi 79 a Milano, coincide con, e contrassegna una, fase molto importante per la catena specializzata in cucina dai sapori e dai colori nippo-brasiliani: l’ingresso di Bic Capital e Augens Capital, i due fondi che hanno investito in Bomaki uramakeria con una quota di maggioranza. I tre soci fondatori, Giuseppe Grasso, Francesco Zambon (ceo) e l’executive chef Jeric Bautista, rimarranno al fianco, con il restante 25%, di Bic e Augens Capital nel futuro progetto di espansione. Senza dimenticare, nella compagine delle anime di Bomaki, anche Farida El Tantawi, la interior designer della catena. L’ingresso dei partner finanziari segna, dunque, una nuova fase.

Per Augens Capital è il primo investimento nella ristorazione in Italia, mentre Bic Capital aggiunge Bomaki alla sua scuderia di marchi, dopo aver sostenuto l’investimento in catene e società come Flower Burger, Glovo, Healthy Poke, La Piadineria, Panino Giusto, Temakinho. Bomaki è un luogo caratterizzato da un concetto fusion di cucina: già il nome rivela il gusto per il mix di culture gastronomiche, perché unisce l’aggettivo “bom” (buono, in brasiliano) e il termine “maki” -il roll della cucina giapponese- che definisce l’essenza di questo nuovo format nato nel 2013. Fra i piatti di Bomaki, una vasta scelta di roll, temaki, burritos, tartare, e ancora il tataki di salmone e la cheesecake alla frutta esotica. Solo per fare qualche esempio. L’uramaki è in sostanza un roll di riso, ripieno di gambero, ma realizzato e presentato “in mille modi diversi”.

I design interni

Bomaki non è solo cucina nippo-brasiliana, ma anche un luogo che evoca atmosfere esotiche, particolari, diverse dall’ordinario. Un ambiente caratterizzato da elementi d’arredo pop e ricercati nel contempo, come i lampadari realizzati con materiali di recupero, o gli interni contraddistinti da carta da parati (di Iannelli&Volpi) che ricordano foreste tropicali; o come le ceramiche azulejos che rievocano le atmosfere sudamericane.

“Accenti esotici incontrano dettagli naturali in una sorta di evasione metropolitana -aggiunge Giuseppe Grasso-. Nell’arredamento predomina il legno, i lampadari, caratterizzati da cromie variegate, sono dell’architetto Alvaro Catalan, fatti con materiale riciclato (bottiglie di plastica e paglia), le sedie colorate, azzure, sono in stile Thonet. Una parte del compenso di Catalan va in beneficenza a bambini sudamericani. Questo è un elemento distintivo del nostro format. Insieme alla carta da parati in stile jungle che cambia in tutti i locali, usiamo sempre le piastrelle azulejos, perché danno l’effetto delle cucine brasiliane. Uno dei nostri slogan è todo mundo è pais”.

Bomaki uramakeria: la formula

Lo spazio di Bomaki uramakeria in corso Garibaldi a Milano ospita fino a 100 coperti. L’obiettivo “ambizioso”, come sottolinea Grasso, di sviluppo prevede l’apertura di almeno 4 ristoranti all’anno; “ambizioso” perché Bomaki ha bisogno di location medio-grandi, con superfici medie intorno a 200 mq, minimo 70-80 sedute.
Il fatturato medio annuo oscilla fra 1,5 e 1,6 milioni di euro, ma i ricavi dipendono molto dalle dimensioni del locale: ci sono ristoranti che realizzano anche più di 2,5 milioni di euro l’anno. Il coperto medio va da 25-35 euro, ma per il pranzo si può scendere a 16-17 euro.
La formula di Bomaki si basa su piatti in costante evoluzione caratterizzati dalla creatività di Jeric Bautista, socio e capo-chef. La proposta gastronomica accosta a uramaki, sashimi (proposto con crema di gaspacho al mango) e temaki, i profumi e i colori del Brasile, un format divenuto di tendenza grazie ai punti di forza rappresentati dalla scelta delle materie prime, dagli accostamenti e dal rapporto qualità-prezzo. L’uramaki è la specialità predominante della cucina, ma il menù è molto ampio.

Gli uramaki vengono composti in vari mix originali: “Uno dei roll più venduti è il nostro astice gratinato al mango, un uramaki con gambero impanato all’interno, carpaccio di mango sopra, astice gratinato alla fiamma sopra, uno dei piatti più venduti da bomaki” precisa Giuseppe Grasso. L’offerta include l’abbinamento con caipirinha in gusti diversi (mango, maracuja), il cliente si mette a suo agio, aiutato dalla musica in sottofondo, soprattutto bossa nova.
Quello di Bomaki è un progetto che non si limita all’ambito enogastronomico: i fondatori hanno anche aderito al “Sustainable Restaurant Program” e ottenuto la certificazione Friend of the Sea, che prevede la promozione di buone pratiche di consumo ecosostenibile del prodotto ittico, sostenendo attività di pesca e acquacoltura certificate. Bomaki è anche plastic free, e tutti gli elementi delle confezioni per il servizio di consegna sono in materiale bio-compostabile.

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