Cioccolatitaliani espande il format

Laboratori in vetrina e attività visibile degli chef: sono alcuni degli aspetti iconici di questa catena che porta l’arte e il gusto del cioccolato anche a Doha e Riyadh (da Gdoweek n. 13)

Cioccolatitaliani è stata una delle prime insegne a tematizzare in chiave di format una singola specialità, il cioccolato, in un format ristorativo moderno. Vincenzo Ferrieri, classe 1984, nato e cresciuto a Napoli, si è trasferito a Milano per laurearsi all’università Luigi Bocconi. Inizia una carriera nell’alta finanza tra Milano e la Svizzera, ma nei suoi pensieri prevale, alla fine, il richiamo dell’imprenditoria.

Cioccolatitaliani sta sviluppando il format all’estero. Dopo il primo store aperto a Doha, Qatar, ha inaugurato un mega-locale a Riyadh (900 mq), e aprendo in Marocco un altro locale molto grande (1.000 mq ). I paesi ai quali sta rivolgendo l’attenzione sono Spagna, Portogallo, Uk, Francia e la Cina.

Come e perché nasce l’idea e il format di Cioccolatitaliani?

Cioccolatitaliani nasce da un’intuizione della famiglia, anche grazie alla lunga esperienza nel mondo della pasticceria e della somministrazione alimentare. Per anticipare il fermento intorno al settore food e alle nuove aperture di locali specializzati, ho convinto mio padre, che già stava meditando di investire nel settore del gelato, a scommettere su un’idea diversa e iniziare un nuovo corso a Milano.

La strada giusta era prendere un prodotto meno stagionale e specializzarsi al massimo declinandolo in tutte le forme possibili.

La scelta è quindi caduta sul cioccolato, sicuramente perché già parte del background di famiglia nella pasticceria o inconsciamente in risposta al mio lavoro nella finanza: “Non siamo mica cioccolatai” mi ripeteva ogni giorno il mio capo. Il passo ulteriore è stato creare una forte brand awareness grazie a un marchio semplice e diretto, Cioccolatitaliani, e strutturare un’azienda orientata all’internazionalizzazione, concentrata verso l’espansione nel mercato globale.

Caratteristiche essenziali e costanti del format

Gli spazi di Cioccolatitaliani sono la concretizzazione, attraverso il design, di un progetto di ristorazione: ogni dettaglio concorre a dare forma alla sua identità comunicandone i valori ai clienti e guidandone l’esperienza.

Il retail concept mette consapevolmente in primo piano tutto il fascino della produzione, delle fasi di lavorazione quotidiane, della preparazione al momento. Grazie al posizionamento dei laboratori in vetrina, l’attività degli chef è visibile anche dall’esterno: gelato, dolci e brioche vengono lavorati in diretta mentre la cucina è all’opera.

Come viene dichiarato sulla vetrina Cioccolatitaliani “lo fa davanti a tutti” mettendo in bella mostra non il semplice gelato bensì il gelatiere al lavoro davanti al cliente, show cooking applicato non per il solo intrattenimento, ma per raccontare e coinvolgere.

Anche interior design e arredi valorizzano i codici del brand: predominano le tonalità calde che richiamano ovviamente la materia prima, materiali naturali come la pietra grezza che riveste il bancone, il mosaico, realizzato ad hoc, le piastrelle bianche dei laboratori, i tavoli in legno non trattato: superfici diverse per comunicare anche al tatto. Al centro del locale campeggia un vero e proprio “caveau” che contiene lingotti di cioccolato. La nostra è una dichiarazione d’intenti: il cioccolato si custodisce come un bene prezioso. Il punto di vendita è modulato per adattarsi a ogni scala di grandezza e posizionarsi strategicamente in ogni contesto retail, dalle vie cittadine, agli shopping mall, fino agli spazi commerciali di aeroporti e stazioni.

Concorrenti?

La vera forza di Cioccolatitaliani è che si compone di quattro concept in uno: gelateria, caffetteria, pasticceria e cucina vengono uniti dal fil rouge del cioccolato. Questa combinazione unica, oltre a consentire una declinazione dell’offerta nell’arco della giornata e delle quattro stagioni, garantisce anche l’assenza di un vero e proprio competitor. Esistono comunque alcuni format internazionali, come Paul Bakery e Max Brenner che, sebbene con un prodotto diverso, vanno a ricoprire occasioni d’uso e conseguenti porzioni di mercato equivalenti. Per quanto riguarda l’Italia, consideriamo Venchi il principale concorrente sulla piazza.

Sviluppo: diretto o in franchising?

Cerchiamo di assestarci intorno a un 20% di punti di vendita a gestione diretta e un 80% in affiliazione. Per lo sviluppo estero stringiamo accordi che vanno dal master franchising, all’area development, fino alle joint venture per canali specifici e paesi più impegnativi.

Centri città o centri commerciali?

Cioccolatitaliani ha tre format: small, medium e full, che differiscono in termini dimensionali e per offerta: si va dai più piccoli punti di vendita con sola somministrazione take away a quelli grandi con servizio di ristorazione e cucina. Questa flessibilità adatta il concept alle più svariate situazioni: high-street, centri commerciali prime, stazioni e aeroporti, purché in location AAA.

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