Coldiretti pone l’accento sull’insostenibile lunghezza della filiera

Cordiali a parole, ma tesi nei fatti: che i rapporti tra mondo della produzione agricola e gdo siano problematici lo ha dimostrato anche l'ultima edizione del forum Coldiretti organizzato dallo studio Ambrosetti a Cernobbio e che ha chiuso i suoi lavori sabato scorso. Il problema è noto: i consumi di ortofrutta in quantità sono ormai da anni in calo, perché il mix tra prezzi in costante ascesa e difficoltà delle famiglie deprime i consumi di prodotti che secondo il presidente della Coop Vincenzo Tassinari ormai sono considerati un lusso alla stregua di un dessert. Non per nulla il jingle martellante della pubblicità radiofonica di Coop dice: “Vorrei comprare frutta e verdura, ma dei rincari ho molta paura”...

Filiera
Ed è noto anche il motivo del contendere, la distribuzione è accusata dalla produzione di portare a un allungamento della catena di filiera che fa salire in maniera spropositata prezzi oltretutto penalizzati dall'incidenza dei costi di trasporto. Due le soluzioni proposte da Coldiretti: la prima è il lancio (peraltro già annunciato enne volte negli ultimi anni) in grande stile dei farmers market, dove sarà possibile sempre trovare ortofrutta direttamente prodotta dal venditore a un prezzo di almeno il 30% inferiore rispetto agli improbabili prezzi di mercato che si possono conoscere quotidianamente tramite il servizio “sms consumatori”, attivato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Seconda ricetta, incentivare l'acquisto di prodotti a km zero.

Risposte della gdo
 La gdo, rappresentata nell'occasione oltre che da Tassinari anche da Camillo De Berardinis, amministratore delegato di Conad, risponde che in realtà la distribuzione moderna accorcia la filiera perché i passaggi dal campo allo scaffale sono nella maggior parte dei casi solo uno o due. In particolare De Berardinis ha segnalato come la grande parcellizzazione delle aziende agricole renda comunque difficile effettuare una razionalizzazione logistica della filiera.

Prezzi
Schermaglie a parte, il convitato di pietra del convegno è stato il rischio di recessione seguito alla crisi bancaria. I consumatori, come ha rilevato la consueta indagine commissionata a Swg per il forum, hanno già effettuato un ridimensionamento delle spese: negli ultimi mesi 4 italiani su dieci avrebbero già cambiato menu. E gli altri si appresterebbero a farlo. A supporto i dati riferiti al primo semestre 2008 di Ismea AcNielsen: in calo i consumi di pane (- 2,5 per cento), carne bovina (- 3,0 per cento) frutta (- 2,6 per cento) e ortaggi (- 0,8 per cento), mentre cresce la pasta (+ 1,4 per cento) perché sia pure aumentata rimane un pasto decisamente economico, latte e derivati (+1,4 per cento) e, con dati da boom, la carne di pollo (+ 6,6 per cento).

Listini e inflazione
I prezzi degli alimentari sono in raffreddamento anche se i listini industriali, secondo Tassinari e De Berardinis, non sono ancora stati ritoccati all'ingiù. L'inflazione appare peraltro destinata a scendere. Sarebbe una buona notizia se non ci fosse il sospetto, ma per molti economisti è una certezza, che scenderà soprattutto perché la gente comprerà sempre meno.

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