Confesercenti, 14mila negozi di abbigliamento a rischio nel 2014

Circa 14mila negozi di abbigliamento corrono il rischio di chiudere quest’anno. Lo dice l’Ufficio studi di Confesercenti, partendo dai dati dei primi due mesi del 2014, che hanno visto chiudere 3.065 esercizi a fronte di 723 nuove aperture, con un saldo negativo quindi di 2.342 unità.

L'impatto della crisi

Si tratta di numeri frutto sicuramente dalla crisi economica, che ha portato al taglio drastico di tutte le spese giudicate voluttuarie (e il vestiario è in prima fila), al punto che gli acquisti sono calati, sempre secondo Confesercenti, di 10 miliardi dal 2007 al 2013. Ma non si può sottovalutare l’impatto che ad esempio la diffusione delle catene del pronto moda sta avendo sul mercato; il paragone forse è ancora improprio ma si tratta dello stesso effetto che ha avuto la diffusione della gdo sui negozi tradizionali di alimenti.

L'ecommerce
Sottovalutazione che per la verità Confesercenti non fa, sottolineando gli effetti di un “eccesso di concorrenza”: da un lato, dell’industria della contraffazione moda, che fa perdere al settore oltre 12 miliardi l’anno; dall’altro, quella dei siti di “saldi privati” online e dei Factory Outlet, che praticano promozioni per tutto la durata dell’anno. E che stanno erodendo, grazie alla concorrenzialità del principio anti-economico del ‘sotto-costo’, quote ai restanti canali di distribuzione. Nel 2013 l’ecommerce e i Factory Outlet hanno sottratto al canale tradizionale un giro d’affari per almeno 1,8 miliardi.

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