Cover Story – Retailer made in Usa: trend da guardare

New York, soprattutto al centro di nuovi modi di intendere il mestiere del retailer, sviluppando partnership e idee, puntando sull’omnichannel o riposizionando i valori in modo da renderli più coerenti con il target dei consumatori (da Godweek 3 - 2016)

Sono i marchi, piccoli e grandi, che sanno coinvolgere i consumatori, riescono ad anticipare le mode e riscrivono le regole del gioco, che fanno sentire il cliente parte dell’azienda e lo coinvolgono con esperienze d’acquisto appaganti. Sono dirompenti e originali, in grado di sfidare gli schemi della comunicazione e del mercato: in alcuni caso sono start-up, in altre, insegne pronte a sconvolgere i paradigmi del retail. In altri casi ancora, sono retailer in grado, nonostante le dimensioni, di rimodulare il proprio modello di business per intercettare meglio i nuovi bisogni. Da una panoramica delle iniziative viste negli ultimi mesi, soprattutto a New York, ecco le catene che evidenziano le tendenze più interessanti. Emergono lo sviluppo di negozi di ridotte dimensioni in città, declinati in maniera nuova rispetto al passato, con assortimenti che puntano ancora di più sui freschi, sul cibo salutare e sui pasti preparati al momento, accelerando il processo di fusione tra negozio e ristorante. Commistione che contribuisce a trasformare il concetto di esperienza d’acquisto: più multicanale, ricca di emozioni e personalizzata, grazie alle tecnologie. Intanto gli scaffali si riempiono di prodotti biologici e Ogm free, con le marche private sempre più attive. Novità anche nel mondo degli ordini online e le consegne a domicilio, con i big dell’eCommerce in prima linea, tallonati da vecchi e nuovi competitor.

(L’articolo completo su Gdoweek n. 3 – 2016)

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