È andata meno peggio del previsto. I primi consuntivi sulle spese effettuate dagli italiani durante le festività da Confcommercio attraverso le sue federazioni di categoria indicano che non c'è stato il paventato crollo dei consumi anche se il quadro indica una profonda debolezza della domanda.
Le categorie
Secondo Fipe (Federazione dei pubblici esercizi) durante le festività la ristorazione, a fronte dei circa 10 milioni di clienti che hanno scelto di festeggiare al ristorante le festività, ha sostanzialmente tenuto, facendo registrare un lieve calo pari all'1%. Stando all'associazione di categoria, i clienti sono stati incoraggiati, anche dalle politiche di prezzo della gran parte dei ristoratori che, per oltre il 70%, ha tenuto i prezzi dello scorso anno, mentre il 20% li ha diminuiti. Può darsi che questa notazione riguardi i cenoni di Natale e Capodanno, visto che i prezzi dei ristoranti sono in generale rimasti fermi o addirittura scesi non se n'è accorto nessuno....
Per quanto riguarda l'abbigliamento, il vero consuntivo si potrà fare alla chiusura dei saldi; sono andate bene le vendite (+2%) degli accessori, tradizionalmente scelti da chi vuole fare regali poco inpegnativi sotto il profilo del prezzo. Stabili le vendite di oreficeria e di libri e, in generale, quelle dei venditori ambulanti. Fa però eccezione il piccolo artigianato, con un incremento del fatturato stimabile nel 6%.
Promozioni in gdo
Infine la gdo. Secondo le stime di Federdistribuzione le politiche promozionali pianificate dalle aziende hanno favorito il mantenimento di un buon livello di consumi. In particolare, si è registrato un andamento positivo per gli alimentari, soprattutto per i prodotti di gastronomia, quelli nazionali e quelli tipici regionali; bene anche gli articoli da regalo in tutti i settori del non alimentare: dall'elettronica, trainata dai prodotti di moda e dai forti investimenti di marketing, ai prodotti per l'arredamento della casa, dagli articoli sportivi alla profumeria e al bricolage.