È tempo di risparmiare sullo spreco di cibo

Evoluzione in chiave smart della raccolta delle eccedenze alimentari. Nuovi modelli di business emergenti (da Gdoweek 6)

Nei Paesi ricchi la lotta allo spreco alimentare non è più appannaggio dei soli attivisti antipovertà o di ambientalisti motivati, ma sta rapidamente conquistando spazio anche presso la gdo sempre più attenta alle ricadute di questa attività sulla percezione dell’opinione pubblica. Così, da un lato, i retailer guardano allo spreco di prodotti food con un occhio al conto economico, recuperando efficienza, mentre dall’altro utilizzano le iniziative antispreco per intessere rapporti con la società civile.

Il retail responsabile del 22%
In Italia il rapporto 2015 di Waste Watcher stima il controvalore dello spreco alimentare in oltre 8,4 miliardi di euro: secondo una ricerca del Politecnico di Milano, il 58,1% è da imputare agli operatori economici della filiera (il 41,9% dei prodotti buttati dipende dai consumatori e va dal frigorifero direttamente nella frazione umida della spazzatura), di questi il 22,3% è la quota della distribuzione. Una situazione destinata a migliorare proprio perché tutti gli attori della filiera sono decisi ad intervenire. 20_GDOWEEK06_2016_Spreco_intÈ di pochi giorni fa l’approvazione della legge antisprechi (al momento della scrittura dell’articolo è passata alla Camera con 276 voti a favore ed è in attesa di approvazione al Senato). Intanto ha così commentato il Ministro Martina: “Puntiamo a far crescere la consapevolezza nei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, a semplificare le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura si disegna un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti”. La norma prevede semplificazioni nelle procedure, ampliando sia la tipologia dei soggetti che possono effettuare donazioni (con anche gli enti pubblici come soggetti donatori) sia i prodotti coinvolti. Infatti, potranno essere recuperati anche cibi e farmaci con etichette sbagliate, a patto che le irregolarità non riguardino la data di scadenza o la presenza di sostanze che possano creare allergie o intolleranze.

L’articolo completo su Gdoweek n. 6 – 2016

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome