Fare la spesa nel proprio Comune di residenza: cosa dice il decreto

L'ultima modifica al Decreto #iorestoacasa da parte del Governo parla di fare la spesa nel proprio Comune di residenza. Una soluzione che ha provocato reazioni tra i retailer. Vediamo di fare chiarezza

L'ultima modifica al Decreto #iorestoacasa da parte del Governo parla di fare la spesa nel proprio Comune di residenza. Una soluzione che ha provocato reazioni tra i retailer. Vediamo di fare chiarezza

Nell'ultima modifica al Decreto #IoRestoaCasa da parte del Governo si parla della necessità di fare la spesa nel proprio Comune di residenza. Una soluzione che ha provocato reazioni tra i retailer e anche tra alcuni consumatori. Facciamo chiarezza.

Alla pagina online che il Governo ha dedicato alle domande frequenti sul Decreto #IoRestoaCasa, si legge che "si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all'interno dello stesso Comune. In ogni caso, si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all'entrata, all'uscita e all'interno dei punti vendita. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti di vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati".

Si può uscire anche per acquistare beni diversi da quelli alimentari, ma solo per quei prodotti che rientranti nelle categorie espressamente previste dal dpcm 11 marzo 2020, la cui lista è disponibile all'allegato allegato 1 e allegato 2 e che comprende farmaci, tabacchi e giornali e periodici, ritenuti una necessità

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