I negozi? Racconti di unicità di brand

Secondo Vudafieri-Saverino Partners, questa è la missione di ogni progetto retail per realizzare luoghi di esperienze, dentro i quali costruire relazioni, fidelizzare i clienti, alimentare percorsi di valore per la marca (da Gdoweek n. 17)

Uno stile che combina grande sensibilità architettonica a tendenze contemporanee nel mondo del design, dell’arte e del fashion: questa la direttrice lungo la quale si muovono Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino, fondatori dello studio Vudafieri-Saverino Partners, quando progettano, che si tratti di spazi commerciali, ristoranti o altri ambienti. Come cambierà il design dei negozi di domani? Che legame si crea tra retail, marca e design? Ecco la loro visione sulle possibili evoluzioni degli ambienti retail.

Qual è il vostro approccio architettonico per il mondo retail?

Al centro di ogni progetto c’è la capacità di ascoltare e interpretare i bisogni del cliente. Il retail è il più affascinante tra i settori nei quali un architetto si può cimentare perché ci impone di trovare la sintesi tra due elementi: i valori della marca che mette in scena la propria identità attraverso il negozio, e il comportamento delle persone che quei luoghi frequentano. Significa quindi saper osservare, capire, indirizzare le preferenze dei consumatori, rendere lo spazio adatto ad essere messaggio del brand e al contempo garantire comfort, piacevolezza, immediatezza e facilità al gesto di acquisto dei clienti. A questo fine, la parte “invisibile” del progetto è quella decisamente più importante.

In che modo si trasmette il Made in Italy nei vostri progetti?

Siamo italiani e abbiamo scelto Milano come teatro del nostro lavoro. La cultura di progetto di questa città e dei suoi maestri è una parte importante del nostro modo di osservare la realtà e progettare spazi. Anche quando lavoriamo a Shanghai -dove da 10 anni abbiamo uno Studio- i nostri gesti riecheggiano sempre questa impronta originale.

Essere italiani significa inoltre avere in considerazione il valore che risiede nella filiera, nell’alto artigianato che caratterizza il nostro Paese, nella possibilità di costruire ogni linea partendo dal pensiero e grazie alle competenze di un sistema di impresa che rende possibile anche ciò che sulla carta spesso è ritenuto molto difficile.

L’architettura di un negozio deve agevolare il processo d’acquisto, ma non solo: come si sta evolvendo il design all’interno degli store?

La crescita del commercio elettronico rende il sistema retail più importante che mai. I negozi non sono più soltanto il luogo dove si esercita l’incontro tra offerta e domanda, ma divengono il centro del racconto di unicità dei brand. Luoghi di esperienze, dentro i quali costruire relazioni, fidelizzare i clienti, alimentare un percorso di valore per la marca.

Il linguaggio attraverso cui si colgono questi obiettivi è proprio l’architettura e l’interior decoration. I brief che riceviamo dai nostri clienti non sono mai stati così complessi come in questi anni, il livello di integrazione delle competenze necessarie è estremamente differenziato ed abbraccia una pluralità di discipline.

In base alla vostra esperienza, in che modo si differenzia un progetto per un negozio food da un progetto per la moda?

Ci sono numerosi livelli di lettura e percezione dello spazio che entrano in gioco quando si fa visita a un ristorante, una food hall, un negozio di borse e un mall di moda. Alcuni di questi sono visivi, altri funzionali, altri ancora emotivi.

Costruire spazi per raccontare e gustare il cibo richiede di toccare tutti questi elementi, perché nel rapporto con il cibo entrano aspetti legati ai sensi. I profumi, la convivialità, l’interazione con gli altri, la maggior durata della visita. Aumentando i livelli di percezione, aumentano anche i bisogni da soddisfare.

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