I numeri della mdd 2019, sempre più sostenibile

10,8 miliardi di euro di fatturato (+4,1% sul 2018) e 19,9% di quota di mercato. Il rapporto The European House Ambrosetti e Adm per Marca 2020 ha anticipato dei dati sullo stato della marca del distributore

La marca del distributore continua a crescere, come confermano i numeri 2019: 10,8 miliardi di euro di fatturato (+4,1% rispetto al 2018) e 19,9% di quota di mercato (+ 0,8% rispetto al 2018). Questo un primo dato presentato dal rapporto The European House - Ambrosetti e da Adm per Marca 2020.

Il ruolo economico della mdd

La marca del distributore si dimostra è determinante per la crescita dell’industria alimentare italiana: l’intera crescita del fatturato negli ultimi 16 anni (+31,8 miliardi di euro) è spiegata per il 30% dalla marca del distributore, il contributo sale all’80% escludendo il valore delle esportazioni dal fatturato dell’industria. La marca del distributore e la distribuzione moderna creano nel tempo e attivano una quota significativa di occupazione lungo la filiera: 410.000 occupati diretti e la distribuzione moderna alimentare si conferma il quarto settore economico su 245 per crescita occupazionale in Italia e il terzo settore per contributo all’occupazione nel Mezzogiorno con un rilevante peso di occupati giovani (+75% vs la media Italia), donne (+29% vs media Italia) e con contratti a tempo indeterminato (+41% vs media Italia).

La marca del distributore interpreta le crescenti richieste del consumatore di prodotti sostenibili, funzionali e a prezzi contenuti. Nel 2019 la mdd ha consentito un risparmio di 2,8 miliardi nella spesa dei consumatori, pari a circa a 110 euro a famiglia in un anno. Ma non solo. La marca del distributore innova la sua offerta per rispondere ai nuovi stili di consumo e ai principi di benessere e salute. Inoltre, rafforza la sua posizione nelle fasce di prodotti biologici e ad alto contenuto di servizio

Il rapporto di partnership della mdd con la sua filiera di fornitura favorisce il rafforzamento della dimensione industriale e competitiva delle aziende Mdd partner sostenendone la crescita nel tempo sia in termini di fatturato sia in termini di valore aggiunto e occupati. Più del 50% dei contratti con aziende mdd partner dura almeno otto anni e il 90% dei contratti sono pluriennali.

Copacker: una nuova definizione

È stata introdotta una nuova definizione per le aziende dell'industria alimentare che collaborano con la gdo: da copacker a MDD Partner. La nuova definizione valorizza il rapporto di partnership esistente tra le aziende dell’industria alimentare e la distribuzione moderna e il ruolo strategico dell’intera filiera verso il raggiungimento di modelli di produzione e consumo sempre più sostenibili.

"Il 2020 sarà un anno di cambiamenti all'interno della distribuzione", preannuncia il presidente di Adm Giorgio Santambrogio. Al centro degli sviluppi futuri per la private label, e non solo, il tema della sostenibilità, riconosciuta come strategica dal 60% dei gruppi della gdo, che ha definito infatti degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il 50% degli stessi ha inoltre una funzione aziendale che presidia proprio questo argomento.

Non solo. Le eccedenze alimentari recuperate dalla distribuzione sono aumentate di 6 volte negli ultimi 7 anni e il supermercato medio in italia ha ridotto i consumi elettrici del 30% dal 2005 al 2018.

Sostenibilità e mdd
Veniamo allo studio di quest’anno. Perché è necessario parlare di sostenibilità? A livello globale l’attenzione alla sostenibilità non è mai stata così elevata. La sostenibilità è in cima alle priorità dell’agenda politica europea ed è entrata, guadagnando il quinto posto, nell’elenco delle priorità che l’Unione Europea dovrebbe avere secondo i business leader che partecipano al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

La sostenibilità è riconosciuta come priorità a livello di governance dai gruppi della distribuzione moderna e dalle aziende mdd partner, soprattutto da quelle che hanno rapporti più solidi con la distribuzione. La sostenibilità è riconosciuta come strategica tanto che il 60% dei Gruppi della distribuzione ha definito gli obiettivi di sviluppo sostenibile e gli obiettivi più ricorrenti sono:

  • riduzione della plastica negli imballaggi;
  • tracciabilità della filiera dei prodotti a marca del distributore;
  • tutela del benessere animale
  • e riduzione delle emissioni nella fase logistica/distributiva.

Cresce l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Le eccedenze alimentari recuperate dalla distribuzione sono aumentate di sei volte negli ultimi sette anni e un supermercato medio in Italia ha ridotto i consumi elettrici del 30% dal 2005 al 2018. Il canale pone un’attenzione crescente alla lotta contro gli sprechi alimentari e nell’ultimo anno i punti vendita che aderiscono alla rete del Banco Alimentare sono cresciuti del 43%.

 

 

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