I rincari folli dell’ortofrutta

L’indagine certo è locale ma ha risultati che possono essere senza rischio di errore proiettati sullo scenario nazionale. Il Centro tutela consumatori utenti ha condotto un’indagine comparativa sui costi al dettaglio di frutta e verdura, confrontando i dati campionati con una precedente rilevazione effettuata nel 2005.

A Bolzano sono stati verificati i prezzi di supermercati, discount, mercati rionali e mercato generale. Il raffronto è poi proseguito comparando i supermercati del comune capoluogo con i supermercati di Trento, Castelfranco Veneto, Treviso, Mestre e con il mercato generale di Verona.
La palma di canale più caro va al mercato rionale, con differenze di prezzo rispetto all’offerta più conveniente che possono superare il 350%: si va da una media di 0,82 euro per l’insalata in vendita nei discount, ad una media di 3,03 euro delle bancarelle; poco più contenute le variazioni per la frutta: da una media di 0,89 euro per i meloni retati nei supermercati, alla media di 2,07 euro del mercato rionale.

Nel complesso, lo stesso assortimento di verdure pagato 10 euro al discount al mercato si porta a casa con 17 euro, mentre 10 euro di frutta acquistate al discount aumentano fino a 13,65 euro scegliendo la bancarella.

La scusante della filiera non regge alla luce dei risultati dei rilevamenti del mercato generale di Verona: prendendo nuovamente ad esempio lo stesso assortimento di verdure, quello che il consumatore paga 17 euro alle bancarelle dei mercati rionali, al mercato generale veronese (aperto anche al dettaglio) costa circa 5,32 euro, cioè un terzo.
Riguardo all’inflazione, l’aumento dei prezzi degli ultimi tre anni va dal 17% dei discount al 30% - valore più alto - dei supermercati.

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