Il Gruppo Sogegross punta sulla Lombardia e acquisisce nuovi cash&carry

Gruppo Sogegross
Il Gruppo Sogegross prevede un piano di sviluppo da 100 milioni di euro con 5 acquisizioni già concluse nel 2016 e quattro da attuare nel corso dell’anno in Lombardia

Lo sguardo del gruppo Sogegross volge lontano, oltre la Liguria e si spinge fino in Lombardia. Pare, infatti, che l’azienda della famiglia Gattiglia, che la gestisce dal 1920, sia pronta a sbarcare con il cash&carry nella vicina regione lombarda attraverso l'acquisizione di quattro nuovi negozi.
Senza tradire la propria terra di origine, il gruppo vuole però proseguire il suo importante piano di sviluppo cercando di glissare le difficoltà burocratiche incontrate in “casa propria”. Pare che a Genova la complessa burocrazia della macchina amministrativa rallenti l'attuazione di un piano che non punta solo sull'apertura di nuovi store e su nuove acquisizioni, ma che intende scommettere anche sul fronte dell'innovazione come per esempio sull'estensione degli orari serali, la vendita sfusa
per i reparti ortofrutta e pane, l'e-commerce a doppia modalità di consegna, a domicilio o in negozio, il totem multimediale per gli sconti all'entrata del supermercato. Non è un caso che le nuove aperture del 2016 siano tutte state effettuate al di fuori dei confini del capoluogo ligure. L’ultima apertura genovese risale al 2009. L’amministratore delegato Maurizio Gattiglia spiega infatti: “Paradossalmente per noi è più difficile realizzare nuovi progetti nella nostra città. I più recenti investimenti hanno riguardato trasferimenti di strutture già esistenti. E non è certo nostra volontà”.

Piano di sviluppo. Il Gruppo Sogegross, che conta 220 punti di vendita Basko, cash&carry Sogegross, soft discount Ekom, supermercati e superette in franchising Doro e ricavi per 750 milioni, ha messo a punto un piano di sviluppo da 100 milioni di euro con 5 acquisizioni già concluse nel 2016 e le quattro da attuare nel corso dell’anno. Il direttore generale di Basko, e direttore sviluppo del gruppo, Antonio Mantero, sottolinea: “La nostra azienda ha progetti e investimenti fermi da molti anni, in diversi contesti abbiamo acquistato i terreni trent'anni fa ed è ancora tutto fermo. Non possiamo più tollerare ulteriori rallentamenti”.

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