Il trend della pasta secondo Conad

Sapori e Dintorni conad

Con un volume di vendita annuo di 60 milioni di chili, 16 dei quali rappresentati dalla private label (dati aziendali relativi al 2010), per un fatturato di 85 milioni di euro, la pasta secca (per l'88% di semola) rappresenta una categoria assolutamente strategica per Conad.
Tradizionalmente molto battagliata a livello di prezzo, anche se in realtà, come osserva il Marketing Manager Pl Giovanni Panzeri, intervenuto al convegno “Le sfide per la diffusione della pasta nel mondo” tenutosi a PastaTrend 2011: “La voce pasta di semola non rappresenta certo un capitolo strategico nel budget della famiglia media italiana: considerando che il consumo medio procapite è di 26 kg, si parla di una spesa annua pari al costo di una ricarica telefonica mensile”.

Affinamento dell’assortimento
Per questo, più che puntare sui tagli prezzo, per fidelizzare la clientela Conad punta soprattutto su un accurato lavoro di continuo affinamento e aggiornamento dell’assortimento, sia quello brandizzato sia quello a marchio dell’insegna.

“In una merceologia tanto rappresentativa della nostra cultura alimentare –spiega Panzeri- occorre saper veicolare i contenuti di tradizione. Così per esempio sui formati, abbiamo registrato ottimi risultati promuovendo formati tipici del nord, come per esempio i pizzoccheri, al sud e viceversa. E poi è anche importante sapersi rinnovare, il che significa innanzitutto rispondere alle nuove esigenze di consumo. I giovani hanno un altro modo di consumare la pasta, meno edonistico e più wellness: per esempio c’è molta più attenzione nei confronti delle paste integrali, biologiche e a base di altri cereali. E quindi l’assortimento deve essere ampio e profondo, in termini di tipologia, formati ma anche di marche, con una forte attenzione al localismo. Su un referenziamento medio di 300 item, almeno il 20 - 30% sono di produttori locali”.
Una vision che in tempi di crisi risulta in contrapposizione con la tendenza a razionalizzare gli assortimenti/spazi a scaffale? “Certo che sì, ma su un prodotto con un forte contenuto affettivo quale è la pasta non si può fare diversamente. I francesi, per esempio, hanno provato a razionalizzare l’assortimento dello scaffale pasta, ma sono stati penalizzati”. Doppiamente, se si tiene conto che la pasta è un prodotto strategico per la fidelizzazione.

Pl alfiere del made in Italy
In un’ottica di internazionalizzazione, sempre interessante il ruolo svolto da Conad che, grazie all’accordo di collaborazione in essere con Copernic, riesce a fare arrivare la pasta a marchio Sapori&Dintorni in Francia (E.Leclerc), Belgio (Colruyt) e Svizzera (Coop Suisse), dove è presente tutta la gamma (12 referenze) a marchio Sapori&Dintorni.
“I nostri partner esteri -spiega Panzeri- sfruttano il know how maturato da Conad nell’ambito della selezione dei prodotti e dei fornitori rappresentativi della vera pasta italiana”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome