Italy Discount si differenzia con le pl

italy discount
Il core business sono la selezione e i contratti con i fornitori di private label (pl) e di prodotti locali che non passano dalle centrali acquisti. Molto spazio è lasciato agli imprenditori che si affiliano al progetto (da Gdoweek n.1/2018)

La formula di Italy Discount è lineare: presidiare la spesa economica di vicinato con prodotti a marchi di fantasia di proprietà del consorzio, lasciando la possibilità ai soci di sviluppare le proprie insegne già radicate nelle varie zone. E, inoltre, forte caratterizzazione locale realizzata con una quota importante dell’assortimento fatta da prodotti del territorio e cura particolare per le referenze della spesa quotidiana. Questa società consortile è nata nel giugno 2013 dalla volontà di due soci, Realco che opera in Emilia-Romagna e Tatò Paride che opera in Puglia. In poco tempo al progetto hanno aderito varie realtà in tutta Italia e, oggi, la società guidata da Mirco Pincelli conta 350 punti di vendita da 300 a 1.000 mq, per una superficie totale di vendita di 190.000 mq e un giro d’affari di 900 milioni di euro.
Come mai in tanti “salgono sul vostro carro”?
I grandi player si rafforzano e mirano a sviluppare format rigidi e di proprietà. Un sistema che estromette molti operatori che credono nelle opportunità della prossimità. Noi lasciamo ai soci la proprietà delle insegne e dei marchi, ci occupiamo solo delle private label o comunque delle referenze Lcc che non hanno contatti con le centrali e forniamo il piano promozionale; il resto è tutto lasciato alle capacità imprenditoriali dei singoli.
Come si caratterizza l’assortimento?
Abbiamo 1.500 referenze  a  marchio  di  fantasia, più 600-700 prodotti  di  marche  esclusive  o  accordi  con  fornitori  per  completare  l’assortimento  dove  i  volumi non ci consentono  linee  nostre.  Per quanto riguarda freschi,  carne  e  ortofrutta,  ogni  socio  provvede a rifornirsi dai propri canali abituali. Inoltre, abbiamo una forte integrazione con i vari territori, con assortimenti che hanno un’importante quantità di prodotti locali. La qualità è equiparabile a quella di una normale private label. In base ai nostri panel test posso dire che non siamo inferiori a Eurospin. L’assortimento è molto segmentato: si va dalla linea premium con 80 referenze, a quella gluten free (160 articoli) e bio (50); poi ci sono i prodotti locali, che riteniamo strategici per differenziarci dai grandi player.
Quali sono i vostri piani di sviluppo?
Siamo aperti a tutti gli imprenditori del commercio che vogliono sposare il nostro sistema, ma nell’immediato futuro abbiamo l’intenzione di sviluppare l’area tirrenica in Lazio e Campania per completare il processo di copertura nazionale e dare risposta ai dettaglianti di quelle zone.
Quanto costa associarsi?
Prevediamo il versamento di una quota d’ingresso inferiore a 10.000 euro, e una cifra annuale per coprire i costi del consorzio che si aggira tra lo 0,5% e lo 0,7% degli utili.
L’arrivo di Aldi vi preoccupa?
Credo che Aldi attaccherà in maniera frontale le grandi insegne del comparto, quindi Eurospin e Lidl, facendo abbassare i prezzi del discount. Inoltre, secondo me non faranno l’errore che fece Lidl che sbarcò cercando di vendere i prodotti tedeschi. Cresceranno molto e saranno pericolosi, ma non per noi, per i grandi.

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