La nuova era dello shopping con gli assistenti vocali

L’integrazione nei telefoni e negli smart speaker dei sistemi di riconoscimento vocale ha aperto la via a una nuova modalità di acquisto, siamo entrati nell’era del conversational commerce (da Gdoweek n. 16)

Gli acquisti? Ora tutti li possono fare aiutati da un personal shopper comodamente seduti su una poltrona a casa. Questo grazie agli assistenti personali digitali che stanno iniziando a diffondersi all’interno delle abitazioni. E non solo. Infatti, in alcuni casi sono usati anche presso i punti di vendita. Siamo entrati nell’era del conversational commerce.

Un assistente personale digitale è un dispositivo che utilizza il riconoscimento del parlato, l’elaborazione del linguaggio naturale e la sintesi vocale tramite telefoni, smart device e applicazioni di riconoscimento vocale. Tradizionalmente, gli assistenti vocali sono utilizzati nel supporto telefonico, ma già da qualche tempo sono diventati parte della dotazione degli smartphone. Inoltre, sono oggi usati anche per assistere in varie attività, come per esempio chiedere informazioni, avviare ricerche, effettuare prenotazioni e aggiungere articoli a una lista della spesa. La chiave per il funzionamento degli assistenti vocali è la tecnologia di riconoscimento del parlato. È questa che consente all’assistente vocale di capire cosa viene detto e agire di conseguenza. Non esiste però uno standard, i principali produttori utilizzano differenti sistemi di riconoscimento vocale: Apple usa l’assistente Siri, Microsoft Cortana, Amazon impiega Alexa e la serie Google Home si avvale di Google Now. Oggi gli assistenti vocali si stanno diffondendo anche in ambito domestico grazie agli smart speaker. Sebbene ciascun sistema di smart speaker abbia peculiarità differenti, quando si guarda il funzionamento si possono individuare principi molto simili. Anzitutto, lo speaker intelligente è sempre in ascolto e viene attivato tramite una parola chiave. Per esempio, nel caso di Amazon, il sistema attende la parola “Alexa”, con i prodotti Google bisogna dire “Ok Google”, con Siri “Ehi Siri” e così via. Quando il sistema sente questa parola si attiva, registra ciò che viene detto e lo invia tramite Internet all’area di elaborazione principale o al servizio di riconoscimento vocale: per il sistema Amazon, per esempio, il file vocale viene inviato all’AVS di Amazon (Alexa Voice Services) nel cloud. Il processo avviene comunque molto velocemente: il servizio di riconoscimento vocale decifra il discorso e quindi invia una risposta allo speaker intelligente. Tutto questo grazie a una serie di algoritmi che consente al sistema di acquisire maggiore familiarità con l’uso delle parole e dei singoli schemi vocali. In questo modo apprende il modo di parlare così da poter fornire un servizio migliore. L’assistente di Google è in grado anche di riconoscere se i comandi sono impartiti da persone differenti. Gli smart speaker, talvolta portatili e a volte fissi, usano il wifi per la connessione a Internet e ad altri dispositivi compatibili, con un sistema intelligente integrato sempre in ascolto. Un’altra caratteristica comune è avere una struttura omnidirezionale sia nella ricezione dei comandi sia nella diffusione dei suoni. A tutto ciò si aggiunge una particolare sensibilità ai comandi vocali ottenuta con un array circolare di microfoni, che, sfruttando la tecnologia del beam-forming, sono in grado di orientarsi verso la direzione da cui proviene il comando vocale, anche se pronunciato ad alcuni metri di distanza e in presenza della musica diffusa dallo stesso speaker.

Alexa, Google Assistant e Siri si basano tutti su un sistema modulare e aperto. Il riconoscimento vocale e le funzioni di base li mettono i costruttori, mentre sviluppatori terzi sono liberi di modificare le proprie app per farle funzionare con gli assistenti che preferiscono. Il risultato è che, oltre alle abilità con le quali sono nati, gli assistenti vocali possono col tempo imparare a svolgere funzionalità in diversi campi e si possono programmare a rispondere in un dato modo a un determinato comando. Lo potrebbe fare utilizzando l’app del negozio in-store per navigare e fare acquisti o porre domande a un assistente vocale in loco. E tramite un assistente vocale nel negozio essere indirizzato verso dove si trova un prodotto. Tra i primi ad adottare gli assistenti vocali troviamo nomi del calibro di Walmart e Target, in collaborazione con Google, per facilitare gli acquisti dei propri clienti. La stessa Google ha rilevato che il 72% dei possessori di altoparlanti con attivazione vocale considera i propri dispositivi parte della routine quotidiana e li utilizzerebbero volentieri per fare acquisti. In effetti, lo stesso rapporto ha rilevato che il 52% dei possessori di altoparlanti con attivazione vocale desidera ricevere informazioni sulle offerte, le vendite e le promozioni di un marchio. Infine, tra gli acquirenti che hanno familiarità con lo shopping vocale, il 55% dichiara di aver migliorato la propria esperienza di acquisto.

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